In attesa della conclusione dei lavori della commissione referente sull’Istituto Opere di Religione presieduta dal cardinale Raffaele Farina, Papa Francesco ha rinnovato la Commissione Cardinalizia di vigilanza sullo Ior per il prossimo quinquennio.
Come riferito dalla breve nota della Sala Stampa della Santa Sede, la Commissione ora risulta composta dai cardinali: Christoph Schönborn, Arcivescovo di Wien; Thomas Christopher Collins, Arcivescovo di Toronto; Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso; Santos Abril y Castelló, arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore. Inserito anche monsignor Pietro Parolin, Arcivescovo di Acquapendente, Segretario di Stato e prossimamente cardinale nel Concistoro del 22 febbraio.
L’attenzione di Papa Francesco verso il discusso Istituto vaticano si è dimostrata nei fatti più profonda di quella che si poteva pensare. Agli osservatori più acuti non sarà sfuggito infatti che la Commissione uscente era stata rinnovata con mandato quinquennale meno di un anno fa e sarebbe dovuta decadere nel 2018.
L’unico cardinale “sopravvissuto” della commissione rinnovata da Benedetto XVI prima della sua rinuncia al Soglio di Pietro, è Jean Louis Tauran, molto stimato da Bergoglio. Non vedono invece rinnovati i loro incarichi i cardinali: Tarcisio Bertone, ex Segretario di Stato, il brasiliano Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, l’indiano Telesphore P. Toppo, e, soprattutto, il Presidente dell’Apsa (equivalente del Ministero del Tesoro) Domenico Calcagno, entrato nella commissione il 16 febbraio 2013, al posto del cardinale Attilio Nicora, presidente Aif, ex Apsa, giusto una settimana prima della fine del pontificato di Ratzinger.
Si tratta, quindi, di un rinnovamento quasi totale dei membri della Commissione di vigilanza, che si era reso necessario anche dopo il cambio del management dello Ior deciso, nel luglio scorso, dopo lo scandalo di monsignor Nunzio Scarano. Una vicenda, quest’ultima, che aveva innescato una revisione della normativa sulla trasparenza, esaminata poi a Strasburgo da Moneyval (organismo che in uno suo report aveva criticato la governance della banca vaticana proprio in relazione alla commissione cardinalizia: un’anomalia nel contesto finanziario mondiale).
Ora bisogna attendere la prima riunione della nuova Commissione, per conoscere chi sarà designato presidente. Lo statuto dello Ior, all’articolo 5, prevede che la carica venga eletta dagli altri membri della commissione, ma è possibile anche che venga eletto presidente il Segretario di Stato, come tradizione nel passato. Grandi aspettative poi per le proposte di riorganizzazione dello Ior da parte del Consiglio dei cardinali istituito dal Papa per riformare la Chiesa.
Si ricorda, infine, che in base a quanto stabilito dal Beato Giovanni Paolo II nel chirografo del 1° marzo 1990, la Commissione Cardinalizia ha il compito di vigilare “sulla fedeltà dell’Istituto alle norme statutarie secondo le modalità previste dallo Statuto” e si riunisce almeno due volte l’anno per deliberare, “presa conoscenza del Bilancio di Esercizio e fatte salve le esigenze di patrimonializzazione dell’Istituto, sulla devoluzione degli utili”. Rientra tra le sue mansioni anche proporre eventuali modifiche statutarie e stabilire “l’emolumento spettante ai Membri del Consiglio di Sovrintendenza”.