E’ il periodo della fiera dei cavalli. Verona non ha spazi sufficienti per rispondere alle necessità di parcheggio. Una febbre particolare si manifesta attorno all’elegante quadrupede.
Come mio solito, faccio una domanda a bruciapelo a un signore che se ne intende di cavalli e sta per entrare alla fiera vestito alla cow boy: cosa succederebbe se all’interno fosse schierato un cavallo zoppo.
E’ impossibile…qui dentro ci sono solo i cavalli perfetti e atti alla corsa. Il cavallo zoppo è una contraddizione: o corre da campione o viene abbattuto. Zoppo perde ogni suo valore, non ha nessun motivo di vivere. L’agilità, la leggiadria e la snellezza delle sue gambe meritano al cavallo tutto il rispetto; le sue gambe sono la misura del suo diritto di vivere.
Proprio in quei giorni ad ogni mio passo, per un insorgere della sciatica, si notava un leggero, ma evidente zoppicare.
Un cavallo zoppo – riflettevo – va abbattuto, non ha più nessun valore sul mercato, perché ha perso la sua ragion d’essere: la corsa.
Un sacerdote, un religioso zoppo – invece – porta in sé un valore aggiunto: sul mercato di Dio l’annientamento umano, offerto per amore, dona al fortunato malcapitato il valore e la vera velocità: quando sono debole, è allora che sono forte. Abita in me la velocità di Dio. Quando sono zoppo, allora sono veloce.
Quindi la velocità non è tua, ma di Colui che vive in te. E’ Lui il tuo traguardo fin dalla partenza.
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