Lettura

Gesù ha appena chiamato i suoi primi quattro discepoli e inizia con loro la sua missione evangelizzatrice partendo dalla sinagoga di Cafàrnao. Lo stupore nell’ascolto delle sue parole colpisce non solo quanti erano presenti nella sinagoga, ma anche questi apostoli, che affrontano i primi passi di questa affascinante sequela. Addirittura vengono subito posti davanti alla guarigione di un indemoniato, proprio di sabato! Quanta novità in questo uomo di Galilea! Una novità che è salvezza, ma che può essere vista come rovina (così la vedono i demoni), se non siamo pronti ad accogliere le sue parole. 

Meditazione

Gesù non aveva un’autorità ufficiale come gli scribi e non aveva ricevuto nessun incarico o compito dai potenti di quel tempo. La sua autorità era riconosciuta dalla gente semplice che leggeva nelle sue parole e nei suoi gesti la bontà del cuore; a questa sua bontà Egli è voluto sempre rimanere fedele, assumendosi fino in fondo le conseguenze delle sue scelte. Con la serietà con cui affrontava il suo compito e con la coerenza dei suoi comportamenti, raggiungeva il cuore della gente, che ascolta con stupore le parole di questo maestro. Ma la sua autorità era riconosciuta anche dai demoni! E dov’è allora la differenza tra loro e il popolo? Sant’Agostino afferma «La fede in Dio purifica il cuore e il cuore purificato vede Dio… La nostra fede deve essere distinta da quella dei demoni, poiché la nostra fede purifica il cuore, mentre la loro li rende colpevoli. Le parole sono identiche, ma ben diverso il cuore. La fede ha come scopo il farti credere, la carità invece quello di spingerti ad agire»(Disc.53).Solo attraverso la preghiera e le opere di carità, possiamo quindi purificare il nostro cuore e riconoscere in Gesù il Figlio di Dio. La salvezza che Gesù porta, però, va accolta e noi dobbiamo essere disponibili ad accoglierla. Lo siamo, nelle scelte di ogni giorno? Oppure percepiamo la sua salvezza come una rovina per la nostra vita, un ostacolo alla nostra autonomia e al nostro potere personale? Lo spirito impuro per comando di Gesù, esce dall’uomo “straziandolo e gridando forte” (Mc 1,26). Siamo disposti anche noi a soffrire per permettere a Gesù di liberarci dai nostri “spiriti impuri”, dal male che abita in noi, dalle catene delle paure, del peccato, delle nostre menzogne? 

Preghiera

«A te, Signore, innalzo l’anima mia, mio Dio, in te confido, che io non resti deluso! Non trionfino su di me i miei nemici! Chiunque spera in te non resti deluso; sia deluso chi tradisce senza motivo. Fammi conoscere Signore le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza; io spero in te tutto il giorno» (Salmo 25,1-5). 

Agire

Pregherò il Padre nostro più volte durante questo giorno, soffermandomi sull’espressione “liberaci dal male”. 

Meditazione del giorno a cura delle Monache Agostiniane della Comunità Santi Quattro Coronati a Romatratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it