Lettura
Il Battesimo è il primo gesto pubblico di Gesù. Egli sceglie di cominciare la sua missione proprio da lì, da quelle rive del Giordano, meta di peccatori desiderosi di cambiamento. Si immerge con loro, si fa solidale con i fratelli peccatori, si impregna di questa umanità ferita. Questo testo è un grande portale, è il preludio a tutta la maestosa sinfonia del Vangelo che ci racconta l’amore infinito di Dio per l’uomo, un amore che si rivela in Gesù, in ogni suo gesto e parola, fino all’estrema vittoria della croce. Ascoltare Lui è entrare in questa sinfonia.
Meditazione
“Lascia fare, perché è bene che sia così” (cfr. Mt 3,15). Il dialogo tra Gesù e Giovanni, che immaginiamo immersi entrambi nelle acque del Giordano, tradisce il fatto che si conoscessero, perché c’è familiarità, c’è intimità, come tra amici. Eppure, non viene narrato nessun incontro precedente tra i due, anzi, nel brano parallelo di san Giovanni è chiaro che il Battista non sapesse chi fosse il Messia. È evidente che c’è una profondità e una comunione che parte dalla medesima solidarietà per i fratelli, dalla medesima missione. È un’empatia che non nasce dai legami della carne, ma da quelli ben più ampi dello Spirito. Ed entrambi si fidano, lasciano fare, entrano in un gioco di obbedienza reciproca. Gesù lascia fare al Padre e Giovanni lascia fare al Cristo. E noi? Lo lasciamo fare? Ci sono circostanze di cui non capiamo subito il significato, ma che fanno parte di quel bel progetto che Dio ha su ciascuno di noi. Lì, da quelle piccole situazioni dobbiamo imparare a lasciare che faccia Dio. Anche a noi, come a Giovanni Battista, è affidata una missione, è chiesto di collaborare alla sua opera. Giovanni si è fidato, ha obbedito a questo strano monito di Gesù, ha partecipato alla solidarietà del Messia verso quella folla assetata di perdono e di conversione. Anche da noi il Signore si aspetta l’obbedienza, a partire da quella quotidiana delle piccole cose. E non sempre ci chiede di fare! Spesso ci chiede di lasciare che Lui faccia, senza che noi ci applichiamo in una chissà quale impresa, perché è un progetto più suo che nostro. A noi lo stupore di trovarci suoi collaboratori e gustare in questa obbedienza l’intimità, familiare e profonda, con il figlio Gesù.
Preghiera
Signore, tu hai simpatia per l’umanità, tu sei innamorato della tua creatura. Tu la cerchi con passione e per poterla trovare ti sei fatto tu stesso creatura, solidale in tutto. Che io possa sempre fidarmi del tuo amore “esagerato” e gratuito per me!
Agire
Mi accosterò al Sacramento della Confessione, peccatore come uno della folla sulle rive del Giordano.
Meditazione del giorno a cura delle Monache Agostiniane della Comunità Santi Quattro Coronati a Roma, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it