Riportiamo di seguito il discorso pronunciato questa mattina da papa Francesco durante l’Udienza ai Membri del “Comitato Cattolico per la Collaborazione Culturale con le Chiese Ortodosse e le Chiese Ortodosse Orientali”, in occasione del 50° anniversario dell’organismo.

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Signor Cardinale,
cari fratelli nell’Episcopato,
cari fratelli e sorelle,

Vi incontro all’inizio di quest’anno, nel quale ricorre il 50° anniversario dell’istituzione del Comitato Cattolico per la Collaborazione Culturale con le Chiese Ortodosse e le Chiese Ortodosse Orientali. Saluto in particolare il Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, sotto la cui diretta responsabilità agisce il Comitato, e lo ringrazio anche per le sue parole, come pure Monsignor Johan Bonny, Vescovo di Anversa, presidente del Comitato.

Il Concilio Vaticano II non era ancora concluso, quando Paolo VI istituì il Comitato Cattolico per la Collaborazione Culturale. Il cammino di riconciliazione e di rinnovata fraternità tra le Chiese, mirabilmente segnato dal primo storico incontro tra Papa Paolo VI e il Patriarca ecumenico Atenagora, aveva bisogno anche di esperienze di amicizia e di condivisione che nascessero dalla conoscenza reciproca fra esponenti delle diverse Chiese, e in particolare tra i giovani avviati al ministero sacro. Nacque così, su iniziativa della Sezione Orientale dell’allora Segretariato per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, questo Comitato. Esso, oggi come allora, con l’aiuto di generosi benefattori, distribuisce borse di studio a chierici e laici, provenienti dalle Chiese Ortodosse e dalle Chiese Ortodosse Orientali, che desiderano completare i loro studi teologici presso istituzioni accademiche della Chiesa Cattolica, e sostiene altri progetti di collaborazione ecumenica.

Esprimo il mio vivo ringraziamento a tutti i benefattori che hanno sostenuto e sostengono il Comitato. Con gratitudine saluto i membri del Consiglio di Gestione, convenuti a Roma per la riunione annuale. Senza il vostro prezioso contributo quest’opera non sarebbe possibile. Perciò vi incoraggio a continuare nell’azione che svolgete. Dio vi benedica e renda proficua la vostra apprezzata collaborazione.

Un saluto speciale rivolgo a voi, cari studenti, che state completando i vostri studi teologici a Roma. La vostra permanenza in mezzo a noi è importante per il dialogo tra le Chiese di oggi e soprattutto di domani. Ringrazio Dio perché mi offre questa bella occasione per incontrarvi e dirvi che il Vescovo di Roma vi vuole bene. Auguro che ognuno di voi possa avere una gioiosa esperienza della Chiesa e della città di Roma, arricchente sotto il profilo spirituale e culturale, e che possiate sentirvi non ospiti, ma fratelli tra fratelli. Sono sicuro, d’altra parte, che con la vostra presenza voi siete una ricchezza per le comunità di studio che frequentate.

Cari fratelli e sorelle, vi assicuro il mio ricordo nella preghiera, e confido anche nel vostro per me e per il mio ministero. Il Signore vi benedica e la Madonna vi protegga.

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