Papa Francesco speranza per le nuove generazioni

Un sedicenne spiega come il cristianesimo di Bergoglio, umile e puro come quello di Francesco d’Assisi, conquisti anche i giovani che nutrivano pregiudizi verso la Chiesa e il papato

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Per una parte delle nuove generazioni la Chiesa Cattolica è vista come il massimo esempio della severità e della precisione, ma anche come una fusione di segreto e potenza che si è protratto nei secoli. Gli ultimi scandali legati allo IOR, il maggiordomo che tradiva il Papa, i cardinali con accuse di pedofilia, non hanno fatto altro che alimentare un’immagine corrotta del Vaticano. I mezzi di comunicazione di massa hanno presentato, a volte esagerando, la Curia vaticana e la Chiesa cattolica in un’ottica negativa, dove il sacro ed il profano si uniscono in disegni di raggiungimento del potere.

Ai giovani, però, non viene mostrato quanto la Chiesa e i Pontefici conoscano bene questa situazione e cerchino di contrastare quello che Paolo VI definì “il fumo di Satana che è entrato nella Santa Madre Chiesa da qualche fessura”. La cultura dominante sembra spingere verso una corruzione dei costumi ed un abbandono dell’identità e delle radici cristiane. Questo ha creato una confusione, soprattutto tra i giovani, al punto che la filosofia e gli insegnamenti di grandi personaggi come Sant’Agostino d’Ippona, San Bonaventura da Bagnoregio, San Tommaso d’Aquino e altri, sembrano essere totalmente sconosciuti ai ragazzi e alle ragazze di oggi.

Sorge quindi la domanda: cosa ne sarà della conoscenza e della civiltà cristiana? Una risposta innovativa a questa domanda è venuta, lo scorso anno, da Jorge Mario Bergoglio, un uomo “preso alla fine del mondo” ed eletto Papa con il nome di Francesco, in memoria del poverello di Assisi. Un nome che rievoca una Chiesa pura, santa, povera, veramente cristiana, che sta iniziando a riformare la Curia di Roma dai vertici più alti per far sì che si guardi al prossimo non dall’alto di un palazzo, ma faccia a faccia, uscendo dalle sacrestie, scendendo nelle strade per tendere la mano e fare del bene.

Quella di Papa Francesco è una semplicità che attrae: con le sue scarpe ortopediche nere, il suo “buonasera”, la sua croce di argento, è riuscito a suscitare grande interesse tra noi giovani, anche quelli più lontani, toccando il cuore di coloro che nutrono pregiudizi e diffamano la Chiesa ed il Papa. Dopo gli insegnamenti morali di Benedetto XVI, il Signore ci ha mandato un Pontefice che fin dalla sua elezione sta donando insegnamenti pratici su come vivere intensamente e profondamente la Parola di Dio oggi, dimostrandocene l’attualità.

E’ straordinario per noi giovani sentirci dire dal Papa: “Non abbiate timore di andare controcorrente!”, cioè fare tesoro del loro essere “ribelli”, “moderni” per testimoniare Cristo nel mondo e soprattutto far capire che essere cristiani non è un miscuglio di doveri e sottomissioni, ma è gioia, la grande gioia del vivere santamente una vita amando, consapevoli di essere amati.

Riproponendo ora la domanda “cosa sarà di tutto ciò?”, allora possiamo rispondere: bisogna avere fiducia e sperare che le parole di Papa Bergoglio possano diffondersi e propagarsi tra la gioventù, affinché mediante loro il mondo possa scoprire sempre più un cristianesimo umile, puro e vero come quello del Poverello d’Assisi. Una Chiesa moderna, gioiosa e giovane come quella di Francesco, vescovo di Roma, affinché risuoni ancora una volta la voce del Signore che dice: “Va’ Francesco, e ripara la mia casa”.

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Francesco Andrea Allegretti

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