Lo stupore di riconoscere Gesù

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Nel Vangelo di ieri, abbiamo lasciato Gesù attorniato da una folla stupita davanti al miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, e nel Vangelo di oggi, senza perdere tempo, congeda la folla e i suoi, per potersi ritirare in preghiera. A Gesù sta a cuore il compimento della volontà del Padre, ed educare i suoi alla fiducia. Egli ha sempre cura di noi: come l’ha avuta per le folle affamate, così è attento alla fatica dei discepoli, ed è attento a ciascuno di noi. Interviene forse in modo straordinario, come nel Vangelo, o forse nelle piccole cose, ma non manca mai di placare i venti, se lo lasciamo entrare nella barca della nostra vita. 

Meditazione

Costrinse: perché questo verbo così forte? Perché Gesù non vuole che stiano con lui a condividere questo momento di gloria tra le lodi della folla, non devono stare con lui per “questa” gloria. Li manda a sperimentare la situazione opposta, nel mare aperto per precederlo all’altra riva. La notte è finita, la barca è ancora in mare e gli apostoli sono stanchi: Gesù sale sulla barca camminando incontro a loro, e il vento cessa. Tutto trova riposo in Gesù. Non è il conforto della gloria da cui Gesù vuole stiano lontani ma è il riposo, il riparo di Dio. “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”. Tutto passa: la fatica, l’inquietudine, la paura. Meravigliarsi significa riconoscere l’opera di Dio nelle cose piccole e semplici: un pane spezzato, una relazione, un sorriso, una quotidianità spesso troppo banalizzata. Gesù cammina sulle acque non per mostrare la sua potenza, ma il suo amore. Per amore, infatti, non vuole disturbare i suoi, chiamandoli da lontano, perché li vede affaticati nel remare con il vento contrario. Per una forma di cura, di compassione – la stessa che lo muove a moltiplicare i pani e i pesci per le folle che hanno fame – Gesù compie qualcosa che va oltre l’ordine naturale. Gli apostoli, che non amano ancora come lui ama, vedono solo un gesto di potenza straordinaria che li spaventa. Non sanno cogliere l’amore che muove l’agire di Cristo e restano nel timore. Gesù ha mandato i discepoli da soli in mare, ma li accompagna attraverso la preghiera, anche quando essi si trovano con i venti contrari. Sono queste le situazioni in cui, anche noi, spesso ci chiediamo: “Arriverà Gesù? Come?”. Gesù arriva sempre, con un gesto straordinario che desta stupore e meraviglia perché Lui veramente può tutto. 

Preghiera

«Nei miei pensieri tu mi assisti, Signore. Nei miei sospiri tu mi ascolti, Signore. Nei miei ondeggiamenti, tu mi guidi, Signore. Quando vado per le vie grandi del mondo: tu non mi abbandoni, Signore» (Sant’Agostino, Confessioni, VI,5). 

Agire

Oggi, di fronte a eventuali gesti di elogio o di gratitudine nei miei confronti, innalzerò subito una lode a Dio nel mio cuore.

Meditazione del giorno a cura delle Monache Agostiniane della Comunità Santi Quattro Coronati a Romatratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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