Unioni gay: no ad inciuci politici

Il Forum delle Associazioni Familiari: “Le famiglie saranno costrette a tornare in piazza”

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“Qualcuno ha provato nuovamente a portare il Papa dalla parte delle coppie gay, qualcun altro tenta di dimostrare che in fondo famiglie e unioni civili pari sono. È il solito balletto delle parole in libertà” commenta Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni Familiari. “Per fortuna”, prosegue, “ci ha pensato il cardinale Bagnasco a riportare al cuore della questione”, affermando: “I bambini, che sono la vita e la società di domani, hanno bisogno di riferimenti concreti, cer­ti, sicuri. E soltanto il papà e la mamma, nella com­plementarietà dell’amore e nella radicale differenza sessuale, possono offrire in modo completo al bambino ed alla sua formazione inte­grale”. 

Del resto, osserva Belletti, “questa attenzione ai bambini caratterizza anche la profetica intuizione dei padri costituenti, che sui “diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” sono riusciti a trovare un punto di convergenza valoriale, tuttora fissato dagli art. 29, 30 e 31 della Costituzione. “Si tratta di un ‘punto fermo’ – osserva il presidente – di cui la politica deve tener conto, in questo ritorno di fiamma  della legge per unioni di fatto e famiglie gay. Tenere lo sguardo fisso all’essenziale servirebbe ad evitare strani inciuci nei quali scambiare poltrone con il futuro delle famiglie”.

“Già una volta le famiglie italiane sono andate in piazza a farsi sentire, e a sfogliare i quotidiani di questi giorni, il ricordo del FamilyDay è ancora vivo in tutti. Per difendere il bene del Paese saremo dunque costretti a tornare sotto le finestre della politica?”. ”Il popolo cristia­no, e non solo, crede fermamente a questa esperienza incomparabile della famiglia co­me grembo della vita e luogo di educazione”, ricorda ancora il presidente della CEI.

Conclude Belletti: “Una famiglia che diventa responsabilità pubblica, impegno alla costruzione della civitas: una famiglia pienamente cittadina di questo Paese. Non si tratta di difendere una posizione ideologica o culturale: è in gioco la società e il futuro che vogliamo lasciare ai nostri”.

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ZENIT Staff

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