Aquila o straccio

Lasciarsi fiduciosi portare in cielo, affidandosi in balia della “Potente Corrente Ascensionale”

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Con il naso all’in su osservavamo librarsi in aria uno strano oggetto. Ci sbigottiva il vederlo salire sempre più in alto con un volo circolare e ascensionale.

-“E’ un’aquila” – azzarda qualcuno, presumendo di vederlo muovere le ali.

-“Non può essere un’aquila…, vola roteando su se stesso – sbotta un altro -…per me è uno straccio.

-“Uno straccio non può salire sempre più in alto…” – replica Toni.

– “Secondo me è uno straccio portato in alto dal vento” – insiste Bepi.

Ci siamo talmente incuriositi di questa stranezza e divisi in pareri tanto diversi, da indurre Claudio ad impugnare il suo potente binocolo:

“Vedo uno straccio nero in balia del vento. E’ un sacco a perdere che sale girando su se stesso. Vola e si alza sempre più perché in balia d’una potente corrente ascensionale. Perfino i gabbiani e le aquile ad ali aperte e immobili volano sempre più in alto affidandosi e infilandosi in queste potenti correnti ascensionali.

Abbiamo continuato a guardarlo, sia con il binocolo che ad occhio nudo, finchè è diventato un piccolissimo puntino nero, salito talmente in alto da sparire al nostro sguardo e perdersi tra le nubi bianche che sostavano in cielo.

Commentando l’accaduto, dico tra me: “Che strano! Uno straccio sulla pista delle aquile. Per volare tanto in alto, per raggiungere il cielo non è necessario, allora, osare di essere un’aquila; per arrivare a Dio è unicamente chiesto di essere “stracci” che – ecco la loro fortuna – si lasciano fiduciosi portare in cielo, affidandosi in balia della “Potente Corrente Ascensionale”.

Anche Teresa di Lisieux, cosciente del proprio “nulla”, metteva il suo “straccio” in balia di quel “Soffio” che lei chiamava il suo “Ascensore divino”.

Ciao da p. Andrea

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Andrea Panont

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