Bagliori di speranza dall'America Latina

L’Honduras ha registrato, nel 2013, una diminuzione dei crimini violenti; mentre Cuba celebra il minor tasso di mortalità infantile della sua storia

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Due buone notizie dall’America Latina: nel 2013, in Honduras si è registrata una diminuzione dei crimini violenti, e a Cuba si è registrato, nel corso dell’anno, il minor tasso di mortalità infantile della sua storia. Lo riferisce L’Osservatore Romano

Nel suo tradizionale bilancio annuale, l’Osservatorio sulla violenza dell’Università nazionale autonoma dell’Honduras (Unh), ha confermato il calo della criminalità nel Paese. Tuttavia,sulla sua entità i dati sono ampiamente discordanti. In particolare, il comando generale della polizia ha contestato ieri il numero di omicidi forniti il giorno prima dall’Osservatorio. In una conferenza stampa – informa il quotidiano della Santa Sede – il capo della polizia, Ramón Sabillón, ha affermato che il tasso di omicidi è diminuito di 10,4 punti, passando dagli 85,5 casi ogni centomila abitanti (registrati nel 2012), ai 75,1 nel 2013. La direttrice dell’Unah, Migdonia Ayestas, aveva detto invece che la diminuzione era stata di 2,5 punti, passando dagli 85,5 del 2012 a 83 nel 2013. 

Ad alimentare la polemica ha contribuito a fine anno la denuncia dello stesso Osservatorio, secondo il quale le autorità preposte alla sicurezza hanno rifiutato di fornire informazioni sulla criminalità nel Paese, considerato uno dei più violenti al mondo tra quelli non in stato di guerra. Gli stessi dati comunicati ieri da Sabillón riferiscono nel 2013 6.427 omicidi su una popolazione di circa otto milioni e mezzo di persone.

Cuba, invece, celebra il più basso tasso di mortalità infantile di sempre, con appena 4,2 decessi su mille neonati. Lo ha reso noto ieri il ministero della Salute pubblica, sottolineando che il risultato colloca il Paese tra le prime Nazioni del mondo in relazione a questo indice statistico di sviluppo umano, davanti, per esempio, anche a giganti come Stati Uniti e Brasile. Secondo l’Onu, la media mondiale nel 2013 è stata di 48 morti per ogni mille neonati.

La lotta alle cause di mortalità infantile – afferma L’Osservatore Romano – costituisce da sempre una priorità del Governo dell’Avana, i cui buoni risultati in questo campo sono stati più volte riconosciuti dai responsabili delle istituzioni internazionali e delle associazioni mondiali del settore. Più volte, per esempio, l’Organizzazione mondiale della sanità ha parlato di iniziative eccellenti del sistema sanitario cubano, soprattutto per quanto riguarda il lavoro sviluppato in assistenza primaria e di comunità e l’uguaglianza e accesso per tutti ai servizi sanitari.

Anche la World Association of Pediatrics, tre anni fa ha sottolineato il miglioramento degli indicatori di mortalità infantile di Cuba, rispetto a molti Paesi con reddito più elevato. Secondo l’associazione mondiale dei pediatri, ciò è dovuto principalmente al sistema universale di assistenza sanitaria gratuita. Il risultato è tanto più rilevante se si considera poi l’embargo economico imposto a Cuba che limita anche la possibilità di accedere ai farmaci sul mercato internazionale.

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ZENIT Staff

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