Ho sempre trovato autobiografica quella canzone che Mina donava anni fa con la sua voce meravigliosa: “Chiudo gli occhi e penso a te”. Chi canta queste parole vuole a tutti i costi e in ogni momento aver visibile nel cuore la persona amata.
Ma per averla sempre presente, deve sempre fuggire le distrazioni, si impegna a chiudere sempre gli occhi di fronte a tutto ciò che distoglie la sua attenzione e può raffreddare il suo cuore. E’ la classica fuga dalle occasioni prossime del male.
Nell’antica ascesi ci ripetevano: “tenere sempre gli occhi bassi” per attendere a Dio, per coltivare l’unione con Lui. Ora ringrazio chi mi insegna che per pensare all’amore, per vederlo e riamarlo concretamente in ogni persona, non solo posso, ma devo aprire bene gli occhi.
È la fede nella presenza di Gesù in ognuno che mi indirizza ad esprimere atti d’amore in ogni necessità espressa. Allora ogni volta che col mio sguardo passo dalla visione umana delle cose alla contemplazione della bellezza divina, posso dire agli amici: mi sono rifatto gli occhi.
Con gli occhi chiusi posso donare il mio affetto e il mio pensiero a chi mi vive accanto; ma ora che ho imparato a vedere e a guardare “il Bello” e riconoscerne l’Amore, preferisco aprirli per donare alle sue molteplici necessità l’aiuto e la concretezza delle braccia.
Ciao da p. Andrea
Per richiedere copie dei libretti di padre Andrea Panont e per ogni approfondimento si può cliccare qui.