I Re magi sono figure misteriose che si collocano sulla scena della Natività. Essi iniziano il loro cammino esteriore ed interiore mossi dalla curiosità di una stella, diversa da tutte le altre, una stella che li avrebbe condotti alla peregrinazione, all’incontro e all’adorazione. del bambino Gesù.
Già da questi primi elementi possiamo scorgere alcuni segni caratterizzanti di una famiglia adottiva. Un madre e un padre che ha vissuto la gioia del loro matrimonio, vedendo affievolire il loro desiderio di maternità e paternità quando scoprono la loro sterilità, cercano un senso allo loro storia, vanno alle ricerca di un orientamento da seguire per uscire dallo loro stato di immobilità ed angoscia. Allora anche essi, come hanno fatto i magi, alzano lo sguardo al cielo, vedono che è sorta una stella, diverse dalle solite stelle che popolano il firmamento del cielo.
Ogni bambino che nasce è una stella caduta dal cielo per allietare i genitori, ogni bambino che viene al mondo è una stella che eleva al cielo i genitori per il dono di una nuova vita. Ma la stella nata in cielo ed abbandonata in terra a causa delle diverse situazioni di fragilità e precarietà della vita, è una stella che brilla con maggiore splendore, perchè è un “astro” rimasto isolato che chiede di essere visto per essere accolto.
E i genitori adottivi, nel dolore della loro sterilità, quando hanno avuto la grazia di alzare gli occhi al cielo, hanno anch’essi guardato quella stella riconoscendela diversa dalle altre, perchè essa indicava un cammino da seguire, il cammino adottivo, che li avrebbe portarti ad incontrare il loro figlio.
Come la stella indicava ai magi la nascita del Re dei Giudei, l’evento straordinario dell’incarnazione del figlio unigenito di Dio per mezzo del concepimento e il parto verginale di Maria, così per i genitori adottivi la stella acquista un significato insolito. Per essi la stella indica la venuta al mondo di un bambino da accudire e amare, perchè è stato Dio stesso che ha voluto affidarlo proprio a quei genitori.
L’adorazione, per i genitori adottivi, non consiste nel prostarsi davanti al loro figlio, ma inchinarsi alla volontà di Dio per lasciarsi guidare verso un luogo sconosciuto ed iniziare un pellegrinaggio interiore per scoprire quello che il Signore ha preparato.
E come la sorpresa nasce dalla curiosità di una intuzione, lo stupore nasce dall’incontro. I magi, una volta giunti a Betlemme, offrono i loro doni al bambin Gesù. L’oro, l’incenso e la mirra sono dei doni che contengono anche un valore simbolico. Essi stanno ad indicare la regalità, la divinità e l’umanità di Gesù. In maniera analoga i genitori adottivi sono chiamati a riconoscere la vera identità e la giusta dignità del loro bambino. Essi saranno chiamati a servirlo non solo offrendo, per così dire, l’oro dei diritti fondamentali di cui la loro storia gli ha privati, ma soprattutto restituendo quella dignità umana ferita gravamente dall’abbandono, dalla violenza e dall’incuranza.
I genitori adottivi devono essere preparati adeguatamente all’accoglienza del loro figlio, perchè saranno chiamati ad affrontare situazioni fuori dall’ordinario. Nei primi tempi è molto comune assistere a situazioni in cui vi è da un lato la grande gioia dei genitori e dall’altra vi sono l’incertezza, i dubbi, e le paure dei figli che si vedono catapultati con due genitori che all’inizio considerano come due sconosciuti.
E la prima occasione in cui si manifesta questa situazione di estraneità è proprio quando i figli vengono affidati per la prima volta dagli assistenti sociali e dalla psicologa ai genitori. Tantissimi bambini vivono quel loro stare insieme da soli con i genitori come un tempo di grande inquietudine e smarrimento. E’ curioso vedere i volti dei bambini in quei momenti per rendersi conto di come possa essere il loro stato d’animo. Questo lo si capisce andandosi a riguardare le foto scattate in quei primi giorni passati insieme.
Una situazione analoga si vive quando la prima sera i bambini dormono nella stessa casa con i genitori. E’ necessario per i genitori dare tante rassicurazioni ai figli, rimandendo vicini a loro senza usare tante parole, ma cercando di inserirli in una normalità familiare che molto spesso a loro è rimasta totalmente sconosciuta.
E come la mirra, per le sue proprietà conservative, veniva impiegata per i riti della sepoltura, così i genitori adottivi sono chiamati già dai primi tempi a fasciare e consolare le ferite dei loro figli. I bambini adottivi nella loro semplicità e nei momenti in cui uno meno se l’aspetta, ti iniziano a raccontare i fatti dela loro storia, quasi a voler giustificare il fatto di essere stati adottati. Ed i genitori, davanti a queste situazioni di dolore interiore dei loro figli, sono chiamati a registrare nei loro cuori quelle vicende, ad aprire gli occhi de loro animo per riconoscere le piaghe nascoste dei loro figli.
E alla fine di questo incontro i Re Magi tornarono nella loro terra seguendo una via diversa, senza passare per Gerusalemme a comunicare al re Erode il luogo in cui si trovava il bambino Gesù. Ed anche i genitori adottivi sono chiamati a tornare alla loro vita ordinaria, ma non più come prima. La novità dei figli, la loro disponibilità a curarli, educarli ed a amarli porterà ad un cambiamento della loro vita, e a seguire vie che prima erano del tutto sconosciute.
Questo nuovo modo di essere comporterà per tutti i componenti della famiglia tante rinunzie, ma nello stesso tempo donerà tante pace e gioia, uniti a momenti di fatica e di incomprensioni. Ma in tutto questa miscelanza di sentimenti e di situazioni, cresce la nuova famiglia, nella quale la moglie inizia a diventare lentamente madre, il marito inizia a compiere i primi passi da padre, e i bambini passano da sentirsi estranei ad essere figli. Questa è il miracolo dell’adozione: cambia esteriormente lo stato civile ed interiormente rinnova e trasforma il cuore di ogni singolo membro della famiglia.