La prima Giornata della Pace di Papa Bergoglio cade in un clima difficile, mentre la crisi economica e sociale che affligge l’Italia e l’intera Europa Occidentale alimenta gli egoismi localistici e le reazioni xenofobe. Dopo avere ribadito fin dalla vigilia, in occasione del Te Deum, il dovere della accoglienza come contributo alla causa della pace, il Pontefice ha chiarito però che la sua visione, la sua concezione di questo ideale si pone al di fuori di ogni progetto umano.
Se vi è dunque chi la promette la pace, si tratta di un impegno fallace, perché essa trova il proprio fondamento soltanto in Dio. L’uomo può assecondare, oppure avversare la sua volontà, e sta qui il discrimine tra la grazia e il peccato, ma la pace è identificata necessariamente, secondo il Papa, con il disegno che Dio traccia della storia.
Quanto colpisce nell’omelia di Capodanno di Bergoglio è dunque una manifestazione di sfiducia verso ogni concezione della nostra convivenza che non sia l’adesione incondizionata al suo volere. Anche il culto mariano, sul quale Bergoglio si è soffermato ampliamente, si basa sulla figura della Madonna come prima credente cristiana, quale ella si dimostra fin dalla sua risposta alla Annunciazione, oltre che con il silenzio in cui conserva dopo Natività la profezia di cui era depositaria. Risulta dunque, dalle parole del Papa, una manifestazione aperta di sfiducia nelle ideologie.
Si può leggere questa affermazione come un bilancio inevitabile del recente passato storico, in cui esse hanno soltanto generato la guerra. Oggi, però, i conflitti non sono più ideologici, bensì identitari, e Papa Francesco è ben conscio di questa realtà. Il Papa, però, non menziona tale tendenza, e dunque non la approva, né la condanna, non essendo essa di per sé buona o cattiva. Egli ricorda tuttavia che Dio è al di sopra delle divisioni tra gli uomini, comunque esse siano motivate: “Dios arriba”, Dio sta sopra di noi, come dice un proverbio latinoamericano. E’ dunque superfluo soffermarsi sulle contrapposizioni: facendo questo, ci si perderebbe in dispute inconcludenti sulle ragioni e sui torti degli uni degli altri.
Quanto conta è la fede comune, è la coscienza che Dio, cui la fede costituisce la meta di ogni cammino: solo Dio, che con la Creazione ha dato inizio alla storia, è l’Omega, il punto finale verso cui tutti tendiamo. Ne risulta che la visione della pace cui si ispira Papa Francesco è essenzialmente teleologica, e si identifica con la teofania nella vita degli uomini.