Stati Uniti d’America e Gran Bretagna urlano all’unisono contro la povertà, esortando fedeli e uomini di buona volontà a lottare contro questo male spesso denunciato da Papa Francesco. La Conferenza Episcopale americana ha lanciato infatti “Povertà negli Usa. Possiamo fermarla”, una campagna per la lotta all’indigenza che verrà avviata nel mese di gennaio, portata avanti dall’organismo della “Campagna cattolica per lo sviluppo umano”. In particolare, l’iniziativa – riferisce un comunicato – prevede un’azione capillare e concertata tra tutte le diocesi del Paese: a partire da un calendario comune che riporta dati, citazioni del magistero pontificio e spunti di riflessione, ogni Chiesa locale dovrà infatti sviluppare iniziative proprie legate al territorio.
Al giorno di oggi, 2 gennaio 2014, ad esempio, si legge sul calendario: “Negli Stati Uniti, 46.5 milioni di persone, pari al 15% della popolazione, vivono in povertà. Vi siete mai chiesti il perchè?”. Nei giorni seguenti sono invece rimarcati il legame tra la povertà, la disoccupazione e le migrazioni attraverso le parole di Martin Luther King, che si batteva per promuovere la giustizia sociale e la dignità umana, e viene rivolto l’invito a pregare per tutti coloro che soffrono per difficoltà economiche.
Centrale nel progetto anche l’attenzione alla difesa della vita, a rischio nei contesti di estrema indigenza. A tal proposito, il calendario dei vescovi ricorda che il 21 gennaio si terrà la tradizionale Veglia di preghiera per la vita nascente, “da tutelare a partire dal concepimento e fino alla morte naturale”. Citati nei diversi giorni di gennaio, anche i tanti appelli lanciati da Papa Francesco ad una maggiore solidarietà. Il calendario, disponibile anche in spagnolo, è scaricabile dal sito www.povertyUSA.org oppure www.pobrezaUSA.org.
Dall’altra parte del mondo, intanto, anche l’arcivescovo anglicano di Canterbury, Justin Welby, nel suo primo messaggio per il nuovo anno, ha esortato i fedeli a lottare contro la povertà nei propri quartieri. Il presule ha spiegato che non è sua usanza fare propositi che probabilmente non verranno mantenuti, ma, considerando le tante persone che tentano di combattere l’indigenza, – ha scritto – “ci sono segnali di speranza”.
L’arcivescovo raccomanda, quindi, l’assunzione dell’impegno di provare a ”cambiare un po’ il mondo in cui viviamo”. Ha ricordato quindi Nelson Mandela, l’ex presidente sudafricano recentemente scomparso, affermando: “Nelson Mandela ha detto che occuparsi di povertà non è un atto di carità, ma un atto di giustizia, e che ogni generazione ha la possibilità di essere una grande generazione e noi possiamo essere quella grande generazione”.
Nel messaggio, Welby ha poi difeso il diritto della Chiesa anglicana d’Inghilterra a parlare di problemi legati alla politica, sottolineando come sia stata la propria fede personale a spingerlo a fare interventi pubblici su argomenti d’attualità. Una delle più “grandi emozioni” del suo lavoro – ha chiosato il presule – è essere parte di un organismo come la Chiesa che è “il collante che tiene insieme l’intera società”.