Nell’ora di ginnastica a scuola era quella che vinceva tutte le corse dei cento e dei duecento, Bettina, ora in vacanza, la vedo gareggiare per gioco con la sua sorellina. Lungo la strada che costeggiava il torrente Cismon si è messa a camminare allegramente all’indietro.
Da un momento all’altro m’aspettavo che, almeno con un’occhiata frettolosa, si rassicurasse del centro della strada e dell’eventuale arrivo di qualche macchina o bici o del sopraggiungere di qualche ostacolo. Mi incuriosiva la sicurezza e la spensieratezza con cui procedeva a rovescio.
Terminata questa curiosità, è cominciata per me la vera sorpresa: mi sono accorto che a qualche metro distanza, di fronte a lei, camminava il papà che lei fissava attentamente e continuamente in volto. Dalla faccia e particolarmente dagli occhi del babbo, Bettina riceveva l’esatta segnalazione se e come procedere e dove mettere i piedi.
Senza farmi notare, per non distrarre la concorrente, ho seguito per un chilometro la gara. Alla fine il papà la prese in braccio esclamando: hai vinto la gara della fiducia.
La vita è la gara che tu ed io siamo chiamati a vincere fissando senza interruzione il volto di Colui che ci chiede fiducia. Ci ha dato la fede per fidarci e vedere solo con i suoi occhi.
Prendendoti in braccio, alla fine della gara, esclamerà: la tua fede è stata la tua vittoria!
Ciao da p. Andrea
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