In tanti già si erano immaginati la scena: un uomo vestito di bianco che, nel cuore della notte, distribuisce elemosine ai poveri per le strade di Roma. È un’altra delle tante “leggende metropolitane” su papa Francesco ma con un fondo di verità.
Chi davvero svolge questa attività è monsignor Konrad Krajewski, elemosiniere di Sua Santità, che ha ammesso: “Quando gli raccontavo che stavo andando da loro, mi chiedeva se poteva venire con me”.
Incontrando un gruppo di giornalisti, don Corrado (così è familiarmente chiamato monsignor Krajewski, nell’ambiente vaticano) ha glissato dinnanzi a chi gli chiedeva se qualche volta il Papa l’avesse effettivamente accompagnato nelle sue uscite notturne. “Vi prego, fatemi un’altra domanda”, ha detto sorridendo il vescovo polacco.
È noto che, durante gli anni del suo ministero episcopale a Buenos Aires, il cardinale Jorge Mario Bergoglio fosse solito incontrare di persona gli emarginati della capitale argentina. A Roma, tuttavia, ciò sarebbe logisticamente assai scomodo, sia per il Papa, sia per la gendarmeria vaticana. Al Pontefice è stata quindi sconsigliata una presenza notturna “on the road” per motivi di opportunità e sicurezza.
“Abbiamo subito capito che potevano esserci problemi di sicurezza. È una cosa complicata. Ma lui è così, non pensa ai disagi”, ha spiegato l’elemosiniere.
Il fatto stesso che monsignor Krajewski non abbia confermato, né smentito una presenza del Papa al suo fianco, durante le visite notturne ai poveri, ha lasciato pensare che qualche volta il Santo Padre possa averlo davvero fatto.
Per di più, il presule ha ironizzato: “Quando dico al Papa, stasera esco in città, c’è sempre il rischio che venga con me”.
Quel che è certo è che il pontefice argentino ha particolarmente a cuore l’attività del suo elemosiniere al quale un giorno ha detto: “le tue braccia saranno il prolungamento delle mie braccia”. Ogni povero che incontra, “don Corrado” lo abbraccia, dandogli simbolicamente l’abbraccio del Papa.
“Guardate – ha detto una volta Francesco – queste sono le mie braccia, sono limitate, se le prolunghiamo con quelle di Corrado possiamo toccare i poveri di tutta Italia”.
Dal momento della sua nomina, avvenuta lo scorso agosto, monsignor Krajewski, che gira per Roma a bordo di una Fiat Qubo, ha visitato 15 ospizi, dormitori e famiglie in difficoltà.
Qualche tempo fa si è recato a Lampedusa dove ha portato 1600 carte telefoniche ai sopravvissuti dopo l’ultimo naufragio a largo dell’isola.
Dietro consiglio dello stesso papa Francesco, l’elemosiniere pontificio ha rinunciato alla sua scrivania: “non fa per te, puoi venderla”, gli avrebbe detto il Papa.
“Don Corrado” non aspetta che i poveri bussino alla porta delle Mura Leonine: è lui stesso ad andare in giro a cercarli, e anche questa è una precisa indicazione di Bergoglio.
È stato sempre il Papa a dirgli: “Ogni volta che qualcuno ti chiama ‘eccellenza’, chiedi la tassa per i poveri: 5 euro!”.
Normalmente monsignor Krajewski distribuisce ai poveri dai 200 ai 1000 euro al giorno. L’Elemosineria che dirige, è da lui definita il “Pronto Soccorso del Papa”: nel solo 2012, questo ufficio pontificio ha distribuito ai poveri un milione di euro.
Ogni volta che Francesco incontra il suo elemosiniere, gli domanda se ha bisogno di soldi. Una volta gli ha detto: “Il conto è buono quando è vuoto, significa che il denaro è andato a fare del bene”.