Un cristiano non cede al “pensiero debole” perché “pensa secondo Dio”. Lo ha detto papa Francesco durante l’omelia di stamattina alla Casa Santa Marta.
Illustrando il Vangelo di oggi (Lc 21,29-33), il Pontefice ha messo in luce come i “segni dei tempi” siano incomprensibili per i farisei, dal momento in cui Gesù – e con lui tutti i cristiani – non pensa solo con la testa ma anche con il cuore e con “lo spirito che ha dentro”: soltanto così è possibile comprendere “il passo di Dio nella storia”.
Non a caso, con i discepoli di Emmaus, Gesù usa, ammonendoli, l’espressione “stolti e tardi di cuore”. Il Signore, infatti, desidera che noi comprendiamo “cosa succede nel mio cuore, cosa succede nella mia vita, cosa succede nel mondo, nella storia”. Ciò significa capire i “segni dei tempi”.
Ben diverso è lo “spirito del mondo” che “non ci vuole popolo” ma ci vuole incamminati lungo una “strada di uniformità” come una “massa senza pensiero, senza libertà”.
Riallacciandosi al suo discorso di ieri, papa Francesco ha criticato il “pensiero debole” ed “uniforme” che, di fatto, mortifica le domande che spontaneamente sorgono nel cuore umano davanti a Dio: “Ma perché questo, perché quell’altro, perché accade questo?”.
La cultura contemporanea diffonde un “pensiero prêt-à-porter”, secondo il quale “io penso come mi piace”: questo, tuttavia, ha ammonito il Papa, non è un “pensiero libero”, né è il pensiero di chi è “parte del popolo di Dio”.
Del resto è proprio ai profeti che Dio dice: “Tu non eri mio popolo, adesso ti dico popolo mio”. E la salvezza di Dio è proprio in questo: “farci popolo, popolo di Dio, avere libertà”.
Se da un lato, Gesù ci chiede di “pensare liberamente” per “capire cosa succede”, ciò è impossibile farlo senza l’“aiuto del Signore” ma lo Spirito Santo ci fa il dono dell’“intelligenza per capire e non perché altri mi dicano cosa succede”.
Dio, quindi, vuole infondere in noi “lo spirito di intelligenza per capire i segni dei tempi” e noi dobbiamo chiedere a Lui la grazia di acquisire un pensiero che sia “secondo Dio”, non un “pensiero debole”, né un pensiero “uniforme” o “secondo i propri gusti”.
“Con questo pensiero, che è un pensiero di mente, di cuore e di anima. Con questo pensiero, che è dono dello Spirito, cercare cosa significano le cose e capire bene i segni dei tempi”, ha quindi concluso il Papa.