Mentre il mondo, oggi, era assorbito dalle straordinarie 224 pagine della Evangelii Gaudium, la sua prima Esortazione apostolica, Papa Francesco ha continuato a fare il suo “lavoro” e celebrare con poche persone scelte la Messa mattutina nella Cappellina della Domus Sanctae Marthae. Centro della riflessione del Santo Padre di oggi è stato il tempo e la relazione che l’uomo, anzi il cristiano, intrattiene con esso.
“Il cristiano sa vivere nel suo tempo” ha detto il Pontefice. Soprattutto, ha aggiunto, egli può credersi anche “sovrano del momento”, ma sa benissimo che “solo Cristo è padrone del tempo”. Sono due pertanto, secondo il Papa, le virtù utili a relazionarsi al tempo, sia presente che futuro: il discernimento e la speranza. Il primo, ha spiegato il Pontefice, serve a comprendere ogni singolo momento della vita ed individuare, illuminati dalla preghiera, la strada da intraprendere nel presente. La speranza, invece, è una virtù che “deve essere data, regalata dal Signore”, e per questo grazie ad essa possiamo guardare alla fine dei tempi.
“Preghiera e discernimento per il momento; speranza per il tempo” è dunque il 'motto' del Pontefice. Ciò rimarca ancor più la differenza tra il “vivere nel momento” e “vivere nel tempo”. Cristo stesso, nel Vangelo di oggi, – ha osservato il Santo Padre - evidenzia questa distinzione annunciando ai fedeli nel Tempio cosa dovrà accadere prima della fine dell’umanità. Gesù parla di guerre, rivoluzioni, pestilenze, carestie, ma afferma: “Non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine”.
Quindi anche l’evento più terrificante non potrà scalfire la speranza di chi crede in Dio, ha detto il Santo Padre. Il cristiano, ha soggiunto, “è un uomo o una donna che sa vivere nel momento e che sa vivere nel tempo”. Ma attenzione a confondere il momento con il tempo, perché il momento – ha evidenziato Bergoglio – “è quello che noi abbiamo in mano adesso: ma questo non è il tempo, questo passa!”. “Forse – ha detto - noi possiamo sentirci padroni del momento, ma l’inganno è crederci padroni del tempo: il tempo non è nostro, il tempo è di Dio! Il momento è nelle nostre mani e anche nella nostra libertà di come prenderlo. Noi possiamo diventare sovrani del momento, ma del tempo soltanto c’è un sovrano, un solo Signore, Gesù Cristo”.
Pertanto, ha ammonito Papa Francesco, il cristiano non deve lasciarsi “ingannare nel momento”, ma viverlo in preghiera e con discernimento. Al contrario, per guardare il tempo non si può avere “nessuna virtù umana”, ma solo la speranza che è dono di Dio. Così – ha concluso Francesco – “il cristiano sa aspettare il Signore in ogni momento, ma spera nel Signore alla fine dei tempi”. La grazia da chiedere oggi è quindi “di camminare con la saggezza, che anche è un dono di Lui” ha detto il Papa, ovvero “la saggezza che nel momento ci porti a pregare e discernere. E nel tempo, che è il messaggero di Dio, ci faccia vivere con speranza”.
Al termine della celebrazione, Bergoglio ha incontrato un gruppo di segretari generali dei sindacati dell’industria argentina. Come riferito da L'Osservatore Romano, nel salutarli, il Santo Padre ha esortato a impegnarsi “per la cultura dell’incontro e per la pace”, facendo riferimento all’ulivo che da arcivescovo di Buenos Aires piantò nel 2000 in Plaza de Mayo. L’ulivo simboleggia anche l’impegno di Scholas occurrentes, la “Rete mondiale delle scuole per l’incontro” ispirata alle iniziative promosse dal cardinale Bergoglio durante il suo ministero episcopale nella metropoli porteña. I collaboratori e i referenti principali delle aziende che curano il supporto tecnologico del sito www.scholasoccurrentes.org alla base del progetto erano stati ricevuti poco prima dal Pontefice.