Alcune riflessioni e informazioni necessarie per capire il senso di questi commenti e la modalità con cui procederemo.

- Il testo biblico che seguiremo (salva diversa saltuaria indicazione) è per noi la versione CEI del 2008, mentre per i Testimoni sarà la loro “Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritturecon riferimenti, del 1987, che al momento usano. e saranno siglate rispettivamente CEI e NMrif;

- I titoli delle opere edite dalla Watchtower (WT in seguito) hanno titoli chilometrici. Alla prima citazione li citeremo per esteso, in seguito li abbrevieremo con la prima o le prime parole, come usano fare anche loro;

- Per ragioni di spazio non riporteremo interamente le Letture della liturgia ma solo quelle parole di cui si occuperà il nostro commento; lo stesso faremo citando la NMrif ma solo se il loro senso si discosta da quello della nostra Bibbia;

- Come si sa la Bibbia può essere letta a livello esegetico, ascetico, formativo, devozionale etc… Dal momento che il nostro confronto mira a far conoscere l’esegesi geovista, ci occuperemo solo di questo livello, confrontato con l’intendimento cattolico. Per gli altri aspetti vi sono nell’editoria cattolica opere pregevolissime, nelle quali però non è dato trovare neanche l’ombra del taglio esegetico che permette di dialogare criticamente con i TG. Vi sono cioè punti della Bibbia che per i TG supportano la loro dottrina e che i nostri commentatori neanche immaginano. Per la nostra fede passano perfino inosservati e, ultimamente non necessari giacché essa si fonda sia sull’insieme del messaggio rivelato (secondo il principio dell’analogia della fede) sia soprattutto sulla interpretazione che la nostra Chiesa dà alla rivelazione contenuta nel libro, in armonia con la fede predicata da sempre dal Magistero Ordinario che, come sappiamo, è infallibile;

- Quando, come in questa prima domenica di Avvento, nei testi biblici non è dato ritrovare punti di forte discrepanza (di diversità ve ne sono in continuazione ma dobbiamo scegliere per motivi di spazio!) in quei casi approfitteremo per inserire notizie utili: sul gergo usato dalla WT nei suoi stampati che noi definiamo “il geovese”; sulla storia dei TG; sulla loro Organizzazione; su aspetti particolari che non verrebbero toccati seguendo solo la traccia offerta dalle Letture ecc…;

- Si raccomanda di tenere presente lo schema delle abbreviazioni e sigle che abbiamo elencato martedì scorso;

- Per qualsiasi domanda di chiarimento, soprattutto di notizie qui non sviluppate, come di richiesta di documentazione rimandiamo al nostro forum, sezione Testimoni di Geova: www.grisroma.org e alla corrispondenza per email info@grisroma.org .

- Precisiamo che la responsabilità di quanto diremo è specifica del GRIS di Roma, nella persona del sottoscritto. Non coinvolge perciò né la responsabilità della redazione di ZENIT  né quella del GRIS nazionale di cui indichiamo per utilità l’email info@gris.org e il forum www.gris.org dove chi ne ha interesse troverà vari articoli sul geovismo nella sezione “Tematiche”/Testimoni di Geova.

1 Dicembre 2013 – I Domenica di Avvento (anno A) 

Prima Lettura Is 2,1-5

Messaggio che Isaìa, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme.

Alla fine dei giorni,… 

La prima lettura, come è evidente dalla sua collocazione nell’Avvento, la nostra liturgia la riferisce ai tempi messianici, e perciò la giudica come simbolica, applicabile sia all’avvento di Cristo che alla situazione escatologica dell’umanità. Non così i TG che la ritengono reale e riferita al millennio nella terra paradisiaca del dopo Armaghedon, con tanto di governanti (Cristo e gli Unti dai cieli, i giusti dell’AT e gli Anziani del movimento sulla terra). Se però si entra nei particolari ci si accorge che la visione non è così idilliaca come sembra a prima vista e come immaginata dalle seducenti illustrazioni negli stampati, (cf Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca, pp. 3,11, 12-13, 156ss) giacché durante quel millennio il geovismo ritiene che vi saranno comunque uomini che “non impareranno la giustizia” e che perciò potranno essere messi a morte (dagli angeli poliziotti a servizio degli Unti e dei principi dell’AT) sia durante che alla fine del millennio. (cf Potete, p. 180) Anzi la possibilità di tralignare ed essere messi a morte permane anche oltre il millennio, dopo aver superato l’ultimo esame di accettazione per vivere eternamente sulla terra paradisiaca! Non esiste, come nella nostra concezione, il paradiso celeste con la visione beatifica che conferma in grazia gli eletti. 

Seconda Lettura Rm 13,11-14

… gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.

Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo. 

Questo programma i nostri fratelli TG si sforzano di attuarlo. Diciamo che in genere tutto l’aspetto ascetico-morale viene inculcato fortemente nel geovismo. Si sottolinea sia il dovere personale di “fare degli aggiustamenti” iniziali nei convertiti, sia la successiva crescita virtuosa de “l’uomo di Dio”. Ma a questo è congiunto, con severità, il dovere di non gettare discredito sulla Congregazione la cui immagine dipende soprattutto dal comportamento di tutti i TG. E’ classico l’abbigliamento dei “proclamatori” (per i quali è previsto un assegno annuale) che sembrano usciti da una boutique, come i modi cortesi e gentili ostentati. E’ evidente però che anch’essi possono avere le loro debolezze (e lasciamo per questo alle testimonianze di ex TG e di parenti “feriti” l’informazione che ci auguriamo seria e documentata). Sono debolezze che la WT definisce, forse troppo bonariamente quando sono pesanti, “imperfezione”. Certo è che comunque fa di tutto per coprirle, come del resto fa ogni denominazione per evitare il danno dello scandalo. 

Vangelo Mt 24,37-44

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Come furono i giorni di Noè, così saràla venutadel Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anchela venutadel Figlio dell’uomo. (…) non sapete in quale giorno il Signore vostroverrà. (…) nell’ora che non immaginate,vieneil Figlio dell’uomo». 

Come si vede il testo CEI parla costantemente di “venuta” di Cristo, e anche la NMrif lo fa ma solo nell’ultima parte. Cioè si pone in contraddizione con i primi due accenni in cui essa traduce “venuta” con “presenza”. Il motivo è che i TG aspettavano la “venuta” di Cristo nel 1914, ed, essendo stata delusa questa profezia, la dirigenza ha ripiegato sul concetto di “presenza di Cristo” che pure è uno dei significati del termine originale parousìa. E’ ovvio che molti nostri esegeti non tollerano questa interpretazione geovista; gli accenni stessi che seguono dove anche la NMrif parla di Cristo che “viene” ne mostrano la debolezza. Ma il concetto di “presenza” del Signore Gesù è molto funzionale a supportare due punti di dottrina geovista: vuoi quello della venuta invisibile di Gesù nel 1918 (dopo aver scacciato Satana dai cieli, e aver risuscitato gli Unti morti dalla pentecoste a quella data); vuoi la rivendicata “gestione teocratica” della Congregazione dei TG. Gesù si sarebbe cioè reso presente presso la sua Congregazione per dirigerla teocraticamente “purificando il suo santuario”. Questa è la lettura “teologica” dell’opera di epurazione dei dissidenti attuata dal secondo presidente Rutherford nei confronti di coloro che erano rimasti affezionati e fedeli al geovismo prima maniera predicato dal fondatore Russell.

Ma relativamente alla vera “venuta” di Cristo giustiziere alla fine del mondo (il geovismo la chiama “fine del presente sistema di cose”) il CD dei TG ha posto una volta, come paradigmatica, la testimonianza di un TG che diceva di vivere “come se Armaghedon dovesse venire domani”. In effetti la dirigenza geovista non lascia passare occasione per ricordare questa spada di Damocle, che incombe sulla testa di ogni adepto del movimento, e che consiste nella preoccupazione di: “mantenere l’integrità” (noi diremmo, restare fedeli) e raggiungere “una condizione approvata davanti a Geova”. Il che si ottiene “riscattando il tempo presente”, cioè quel poco, pochissimo tempo che rimane prima dello scoppio della “guerra del gran Giorno di Dio Onnipotente ad Armaghedon”.

Detto “riscatto” del tempo è dovuto non tanto da chi è nato nel geovismo, che si suppone lo abbia soddisfatto a sufficienza giacché ogni TG è pungolato continuamente ed è lieto di adoperarsi per il Regno; quanto piuttosto da chi, convertitosi a Geova in età matura, ha coscienza di dover “riscattare il tempo perduto” nella fede sbagliata, al seguito di “Babilonia la Grande”, che sarebbe “l’impero mondiale della falsa religione”, impero del quale la Chiesa Cattolica è vista come la corifea. Ecco perché qui, in Italia, ci capita di incontrare spesso dei TG zelantissimi che sottolineano di essere stati cattolici. Anzi, se si tratta di “Anziani”, molti sottolineano – singolare convergenza di varie testimonianze! –  di essere stati perfino “chierichetti”. Il che sembra loro sufficiente per non ritenersi bisognosi di confrontarsi con il nostro credo giacché  hanno avuto modo di “conoscerlo perfettamente” e pertanto sono desiderosi solo di “proclamare” la loro nuova fede.

Ciò significa che il dialogo, fiduciosamente quanto inutilmente tentato da molti, non può consistere (salvo lodevoli eccezioni) in un confronto non voluto tra le due fedi. Ma è per questo che il GRIS di Roma suggerisce di imbastirlo su domande di chiarimento circa la dottrina geovista. A questa richiesta né i “proclamatori” né gli “anziani” possono rifiutarsi. Oltretutto il loro Corpo Direttivo (CD in seguito) scrive ogni tanto che i TG sono convincenti perché “sanno rispondere a tutte le domande sulla Bibbia”. E’ ciò che ci apre il cuore e che noi, con assoluta cortesia e rispetto, cercheremo di ottenere: risposte a domande di chiarimento sulla dottrina geovista. E lo faremo obbedendo alla stessa Bibbia che ci chiede di “accertarsi di ogni cosa” (cf. 1 Tess 5,21) ma di ritenere solo ciò che all’analisi risulta eccellente, cioè vero. E lo faremo con attitudine “bereana”, cosa che spiegheremo più avanti.