“Il Tesoro di Napoli – I Capolavori del Museo di San Gennaro” è la mostra promossa dalla Fondazione Roma, organizzata da Fondazione Roma Arte – Musei in collaborazione con il Museo del Tesoro di San Gennaro, che è possibile visitare sino al 16 febbraio 2014 a Palazzo Sciarra a Roma nei pressi della centralissima Via del Corso (1).
Nel vedere l’elevato numero di persone nei corridoi di Palazzo Sciarra, non c’è motivo di dubitare su quanto scritto nella brochure di presentazione della mostra, e cioè che San Gennaro sia il santo cattolico più famoso e conosciuto al mondo con i venticinque milioni di devoti sparsi per il pianeta. Inoltre, se è vero che l’accento meridionale fosse quello predominante nei commenti stupiti, ben si miscelava con quello dei romani, dei nordici e dei turisti provenienti da altre parti del mondo.
Sul sito veramente ben realizzato www.mostrasangennaroroma.it, vi sono molte informazioni storiche, tante fotografie, nonché l’elenco degli eventi che faranno da corredo alla mostra da qui a febbraio, al quale si rimanda volentieri per un primo sguardo su oltre sette secoli di storia, partendo dagli Angioini.
Nell’intervista al magazine Roma Art, Emmanuele Emanuele, Presidente della Fondazione Roma Museo ha affermato: “Sono capolavori assoluti dell’arte orafa. Più prestigiosi, a detta degli esperti, dei gioielli della corona britannica o del tesoro degli zar russi. Arricchirebbero, in senso letterale, pensando al numero di biglietti venduti, i musei di tutto il mondo. Invece a Napoli raccolgono 3mila visitatori l’anno, in una sede che è a pochi isolati di distanza dal porto dove attraccano le navi da crociera cariche di turisti”.
Nel bookshop, oltre al catalogo della mostra, sono disponibili per il visitatore, due altri libri che supportano l’argomento: il primo, del francese Alexandre Dumas intitolato “San Gennaro” ed il secondo, dell’ungherese Sandor Màrai, “Il sangue di San Gennaro”, ambientato nella città partenopea dove l’autore ha vissuto tra il 1948 ed il 1952.
Poiché, per la prima volta al di fuori della città di Napoli, vengono presentati non solo il Tesoro del Santo (tra tutti la Collana del 1679 e la Mitra del 1713), ma anche documenti originali, dipinti, sculture, disegni e arredi sacri “che restituiscono la storia di un culto, di una città, di un popolo”, ci sembra utile sottolineare altre due interessanti pubblicazioni, questa volta di autori italiani.
La prima, di Eusebio Grossetti e Martino Matronola (curata da Faustino Avagliano), autori del volume intitolato “Il bombardamento di Montecassino. Diario di Guerra” in cui è pubblicato il verbale di deposito del Tesoro di San Gennaro a Montecassino quando il Tesoro fu portato nell’Abbazia benedettina per salvarlo dalla guerra (maggio del 1943), prima del suo successivo trasporto in Vaticano. (2)
La seconda, infine, è la raccolta di racconti “Il mare non bagna Napoli” di Anna Maria Ortese pubblicata sessant’anni fa (3) all’interno della quale è presente il racconto “Oro a Forcella”. Scrive l’autrice: “Qui (nei vicoli, ndr), il mare non bagnava Napoli. Ero sicura che nessuno lo avesse visto, e lo ricordava”. Pensando a quanto detto dal Direttore Emanuele, la frase della Ortese si può riferire anche al Museo del Tesoro di San Gennaro, ed alla sua distanza dai flussi turistici che, invece, meriterebbe e che l’elevato numero di persone presenti a Palazzo Sciarra lo dimostra.
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NOTE
1) La Fondazione Roma Museo si trova in via Marco Minghetti 22, angolo via del Corso. Le informazioni sull’evento possono essere acquisite o chiamando al numero telefonico 06697645599 oppure sui siti internet www.mostrasangennaroroma.it e www.fondazioneromamuseo.it.
2) La segnalazione ci è stata gentilmente fornita da Gaetano de Angelis-Curtis, direttore del Centro di Documentazione e Sudi Cassinati.
3) Il libro è attualmente edito da Adelphi.