Lo studio della filosofia non è qualcosa di esclusivamente astratto o speculativo ma può preparare in modo significativo i professionisti e la classe dirigente di domani. Per questo motivo, l’Università Europea di Roma ha aperto, a partire da quest’anno accademico, un corso di laurea in Filosofia, incardinato nel più ampio Ambito di Storia e Filosofia.
Per conoscere le caratteristiche e le finalità del corso, ZENIT ha incontrato il professor Umberto Roberto, vice-coordinatore dell’Ambito di Storia e Filosofia all’UER e docente associato di Storia Romana presso il medesimo ateneo.
Professor Roberto, come è strutturato il corso di laurea in Filosofia all’UER e qual è il suo intento formativo?
Prof. Umberto Roberto: Si tratta di un corso di laurea triennale, inserito nell’Ambito di Storia e Filosofia, con uno sviluppo successivo in una laurea magistrale in Storia. È quindi un corso triennale di Filosofia che intende in primo luogo dare una formazione di base umanistica molto ben articolata. Di fondo abbiamo, come principio orientativo, quello di creare un percorso in cui ci siano tutte le discipline fondamentali: storia, filosofia teoretica e morale, letteratura italiana e altre materie fondamentali dal punto di vista della formazione.
All’interno del corso di laurea, già a partire dal secondo anno, ci sarà una divaricazione di curricula: abbiamo infatti un curriculum storico-politico la cui attenzione è rivolta all’applicazione pratica della filosofia nell’azione umana. Questo profilo, a fronte di una comune base storica e filosofica di competenze, privilegia alcune discipline che illustrano come il pensiero incida nella prassi politica, economica, sociale e umana della storia. Dall’altro lato abbiamo però anche pensato a un percorso più orientato verso la filosofia morale ed in particolare alla bioetica, cosa che, per un’università di ispirazione cattolica, è una necessità, oltre che un centro di interesse fondamentale. Qui l’obiettivo è sempre lo stesso: immaginare, affianco ad un percorso di materie comuni basilari, anche uno sbocco nell’etica e nella filosofia applicata, con l’idea di approfondire come i concetti filosofici studiati abbiano un riflesso, un’evidente applicazione pratica nella vita di tutti i giorni.
Quali sono gli sbocchi professionali offerti dal corso di laurea?
Prof. Umberto Roberto: Trattandosi di una laurea triennale, considerando l’attuale sistema vigente (triennale + magistrale), il corso ha per lo più una funzione formativa. È necessario che chiunque si iscriva a questo corso, poi faccia la magistrale. Se lo studente selezionerà la magistrale alla UER, nel caso del curriculum storico-politico, i principali sbocchi professionali sono la ricerca e l’insegnamento. Abbiamo già un tirocinio formativo-attivo con corsi abilitanti per il mondo della scuola: l’anno scorso i cinque che parteciparono a questo bando formativo-attivo sono stati abilitati nella classe di concorso 0-37 (storia e filosofia nelle scuole).
Abbiamo poi un dottorato: l’anno scorso era un dottorato in storia, quest’anno è in Scienze Umane ed unisce l’ambito di Storia all’ambito di Psicologia. È comunque uno sbocco per i laureati che hanno conseguito la triennale e la magistrale. Nel caso della filosofia etica e della filosofia applicata, il percorso che si potrà avviare porterà ad avere come sbocco professionale non solo la pura ricerca filosofica ma anche un concreto ingresso nel mondo del lavoro, attraverso tutto ciò che ha a che fare con la consulenza filosofica o la consulenza all’interno delle aziende. Sotto questo punto di vista, non essendoci ancora una magistrale di Filosofia, stiamo pensando a un master di secondo livello che possa essere lo sviluppo naturale e aperto al mondo del lavoro della triennale di Filosofia. Aggiungo che, comunque, essendo la nostra università di recente istituzione e non avendo una grande offerta di corsi magistrali, abbiamo calibrato la triennale con la scelta di una serie di discipline con “settori pesanti” che sono utilizzabili per l’accesso alle magistrali umanistiche, anche al di fuori di questa università. Chiunque abbia fatto gli esami fondamentali – storia della filosofia, filosofia morale e teoretica, nonché tutti gli esami storici, letteratura italiana ed altre materie che offriamo – potrà utilizzare sicuramente questi crediti per entrare anche in magistrali diverse dal suo percorso filosofico. Se uno studente scopre, durante il suo corso di laurea, che la passione della sua vita è l’arte, piuttosto che l’antropologia culturale non avrà difficoltà a frequentare, anche al di fuori di questa università, una magistrale diversa con uno sbocco diverso.
Al giorno d’oggi le discipline umanistiche sono considerate sempre più di secondo piano rispetto a un contesto economico-lavorativo che pare privilegiare la formazione tecnico-scientifica. Per quale motivo, dunque, la UER ha optato per questa scelta controcorrente?
Prof. Umberto Roberto: Sono due gli aspetti che ci hanno indotto ad avviare un corso di studi filosofici. Il primo è legato alla necessità di arricchire se stessa per la persona che decide di investire alcuni anni della sua vita nella formazione. Alla UER lo studente è al centro dell’attività universitaria e lo studente, in quanto persona, è dotato di competenze che gli consentono poi di agire come professionista nel mondo del lavoro. La scelta di filosofia vuole essere appunto un’elevazione e una esaltazione della persona, anche in relazione con gli altri, con il mondo che circonda tutti noi. Un corso di filosofia in una istituzione cattolica cerca anche di definire non solo il rapporto con la società che ci circonda e i valori fondamentali su cui fondare la propria percezione del mondo e la propria azione ma non trascura la dimensione metafisica nella concezione dell’uomo. Da qui la scelta di puntare su filosofia proprio per una “amplificazione della persona”. Chiunque si iscriva all’università se non ha uno sbocco ben preciso dal punto di professionale, dovrà poi mettersi in gioco. Una facoltà di filosofia consente di acquisire una sicurezza del mondo che ti circonda tale da poter affrontare questa sfida con grande energia e con grande consapevolezza. Non c’è dubbio che, a fronte delle competenze necessarie, per questo tipo di formazione filosofica, la nostra facoltà mette a disposizione lo studio delle lingue, dell’informatica, stage e tirocini che consentono di avere un primo assaggio del mondo del lavoro. È una formazione completa e integrale, in quanto c’è questa ispirazione cattolica di fondo.
Quali sono quelli che potrebbero essere definiti i “pilastri” del vostro corso di laurea? Quali sono le correnti filosofiche che lo animano?
Prof. Umberto Roberto: I pilastri sono rappresentati da tutto il pensiero filosofico antico e medioevale (in particolare la tomistica). C’è poi il dialogo fecondo e fondamentale con l’illuminismo, e con le filosofie contemporanee, soprattutto in riferimento a problemi molto sentiti dall’uomo di oggi, come la dimensione metafisica.
C’è una grande attenzione nel comprendere che la filosofia non può essere solo speculazione teorica. Non si tratta unicamente di una visione che mette l’io al centro e nell’io si concentra e si consolida. Ci deve essere l’io che si rispecchia nell’altro. Quindi deve esserci un’applicazione pratica degli studi che vengono fatti qui da noi. Questa applicazione pratica si riscontra negli studi, in quello che è stato, nella previsione, nel coinvolgimento di quello che è, e sarà (di qui il filone storico-filosofico), quindi, tutto il grande ambito di confronto con le posizioni filosofiche e politiche di quelli che non hanno un’impostazione cattolica: si pensi alla bioetica che non è solo appannaggio dei cattolici ma è un dialogo generale tra chi condivide alcuni valori e poi li declina in maniera diver
sa, venendo da percorsi e basi filosofiche di valori diversi. È chiaro che un laureato UER ha un’ispirazione cattolica con cui poi affronta i grandi dibattiti della nostra epoca: la vita prenatale, l’eutanasia, l’integrazione. Sono tutti problemi che necessitano una base filosofica.
C’è tuttavia un aspetto che non va sottovalutato: molti rappresentanti della classe dirigente italiana e non solo, sono laureati in filosofia. Come si spiega questo?
Prof. Umberto Roberto: Certamente andiamo a toccare un problema della nostra storia recente, ovvero quanto la nostra formazione umanistica possa essere spendibile nel mondo del lavoro, anche ai livelli più alti del ceto dirigente del nostro paese. Chi studia la storia, la filosofia e la letteratura fa una scelta precisa ma studia dei valori e dei comportamenti, dei modelli di vita e gestione dei problemi che poi rimangono come suo bagaglio; e possono tornare molto utili in un contesto lavorativo dove ci sono effettivamente problemi da risolvere e da gestire; i valori contano moltissimo e si distinguono nella scelta. Non è un elemento neutro scegliere di studiare filosofia in una università di ispirazione cattolica: pensiamo a tutto il ruolo che hanno la metafisica e la religione nella dimensione umana. Sicuramente questo ha un riflesso su chi ha un certo tipo di formazione, e che, quando sarà nel mondo del lavoro, avrà la sua visione di quello che significa un’idea di guadagno, piuttosto che del rispetto della persona, o l’affrontare situazioni in cui le persone vengono coinvolte, o ancora il concetto di bene comune. Sono elementi che contraddistinguono coloro che scelgono una università cattolica, al cui centro c’è l’uomo. L’università, comunque, prepara la persona, lo sbocco professionale è un’altra cosa: esistono facoltà e ambiti di studio dove lo sbocco professionale è evidente e immediato, così medicina o ingegneria, per esempio. Nonostante l’esitazione che qualcuno può avere nel dire: mi iscrivo a un corso di laurea umanistica piuttosto che a un altro, bisogna valutare se uno studia con passione ed approfondimento, con l’acquisizione non solo di nozioni ma di una visione della persona che poi può essere importante nel relazionarsi con gli altri, specie nel mondo del lavoro.