Accresci la nostra fede

Lettura

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L’inizio del capito 17 del Vangelo di Luca è scandito da tre parole di Gesù riguardanti la gravità degli scandali, la necessità del perdonare e il potere della fede. Gesù usa parole durissime per chi è causa di scandalo. Ritiene che la sua condizione sia peggiore dell’uomo gettato negli abissi tenebrosi del mare e della morte. Al contrario, di fronte alla colpa del fratello che si pente, il Signore esorta ad usare una misericordia illimitata ed incondizionata. I discepoli sembrano comprendere l’importanza della fede chiedendo al Signore di aumentare la loro. Secondo Gesù, tutto è possibile per chi crede. 

Meditazione

Lo scandalo è un ostacolo che fa inciampare chi è in cammino verso una meta. Se poi la meta è Dio e la Chiesa, lo scandalo è molto grave. «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite» (Lc 18, 16a). Troppo spesso siamo proprio noi cristiani, senza nemmeno accorgercene, ad impedire ai “piccoli” nella fede di andare da Gesù, alzando il muro delle nostre incoerenze e ipocrisie. Per evitare di essere scandalo, Gesù ci indica un percorso preciso: vigilare su noi stessi, non vivere più con leggerezza e superficialità, ma con attenzione e profondità, radicati nel Vangelo. Perdonare non significa affermare che il male commesso sia un bene. Anzi, «se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo» (Lc 17,3b), ma «se ti ascolterà avrai guadagnato tuo fratello» (Mt 18,15b). La nostra correzione, se porta al pentimento, è salvezza per chi ha sbagliato. Se, al contrario, il pentimento non trova accoglienza nel perdono, questo genera scandalo. Perdonare significa non tenere conto del male ricevuto. È quanto Dio fa con noi, sempre. Gesù ci esorta a non stancarci di perdonare. Il santo vescovo Martino di Tours era mal visto da alcuni del suo clero, e venne addirittura querelato da un sacerdote di nome Brizio. La sua risposta: «Se Cristo ha sopportato Giuda, perché io non dovrei sopportare Brizio?». Se la nostra fede fosse almeno quanto il più piccolo dei semi, potremmo tutto, anche perdonare «fino a settanta volte sette» (Mt 18,22b). Quando ci rendiamo conto della nostra limitatezza e lo scoraggiamento bussano alla nostra porta, ricordiamoci che tutto è possibile a chi crede. Cerchiamo di mettere in discussione la nostra poca fede piuttosto che la grandezza dell’amore di Dio, e chiediamogli innanzitutto la grazia di accrescere la nostra fede supplicando il dono dello Spirito Santo, e poi tutto il resto. 

Preghiera

O Dio, io credo, ma tu aumenta la mia fede, perché la tua vita divina si accresca in me ed io possa essere un tuo strumento di misericordia e di pace, per portare tanti alla conoscenza del tuo amore misericordioso. Amen. 

Agire

Cercherò di fare più attenzione ai miei pensieri, parole, e comportamenti, per verificare se esprimono misericordia o sono occasione di scandalo. 

Meditazione del giorno a cura di monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo eletto di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti, tratta dal mensile Messa Meditazione,  per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: info@edizioniart.it 

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ZENIT Staff

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