Un Comitato per fermare il commercio delle gravidanze

Presentato a Montecitorio il manifesto del comitato “Di Mamma ce n’è una sola” per contrastare la pratica dell’utero in affitto

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Martedì 5 novembre 2013 a Montecitorio, è stato presentato il comitato “Di mamma ce n’è una sola”, contro la pratica dell’utero in affitto, con la presenza dell’onorevole Eugenia Roccella, vicepresidente della commissione Affari sociali della Camera e Presidente del comitato, Olimpia Tarzia,  coordinatore nazionale del comitato, Assuntina Morresi,  Francesca Romana Poleggi e Francesco Agnoli.

Il comitato nasce per svolgere un’opera di sensibilizzazione, di denuncia e di contrasto del triste fenomeno dell’ “Utero in affitto” .

Il Manifesto del comitato “Di Mamma ce n’è una sola” contro l’utero in affitto, recita:

***

PREMESSO CHE

–  il mercato dell’utero in affitto è in drammatica espansione;

– attualmente in Italia la maternità “conto terzi” costituisce una pratica illegale, ma per i cittadini italiani è comunque possibile ricondurre in Italia i figli e le figlie avuti attraverso questa pratica all’estero;

– sempre più spesso la disperazione legata al bisogno di soldi porta le donne a trasformarsi in ‘contenitori’ a pagamento, donne oggetto;

– esistono dei principi condivisi, per cui non tutto ciò che è tecnicamente possibile è anche eticamente accettabile;

– ogni bambino ha diritto ad una famiglia e non viceversa;

CONSIDERATO CHE

– una società che permette di sfruttare il corpo della donna e svilirne la dignità, considerandola un mero contenitore di un figlio altrui, è una società che non sa più da dove viene né verso dove vada;

– il carattere mercantile della pratica dell’utero in affitto rappresenta nettamente un tradimento dei fondamentali diritti umani;

–  si moltiplicano le organizzazioni che, dietro lauto pagamento e con tanto di assistenza legale, offrono bambini su commissione attraverso la pratica dell’utero in affitto;

–  siamo di fronte ad una vera e propria compravendita di figli che permette anche la scelta della fornitrice  di ovuli: una sorta di selezione della razza, tramite una ‘ricerca di mercato’;

Il comitato “DI Mamma ce n’è una sola” contro l’utero in affitto

Si prefigge di:

– svolgere un’opera di sensibilizzazione verso tale fenomeno per mettere a conoscenza l’opinione pubblica della posta in gioco;

– avviare tutte le opportune iniziative culturali e politiche per contrastare qualsiasi tentativo di legalizzare anche in Italia la pratica dell’utero in affitto;

– denunciare e contrastare tale attività nei Paesi dove il mercato della maternità su committenza è legale e già affermato, segnalando ogni abuso compiuto sulle donne;

– garantire pari dignità alle donne dei Paesi più poveri, principali bersaglio di speculatori senza scrupoli;

– tutelare la libertà di ogni donna di portare avanti la gravidanza e tenere con sé il bambino partorito, come diritto naturale e fondamentale che precede qualunque legge e qualunque contratto;

– riaffermare il diritto delle donne a non essere costrette a mercificare il proprio corpo;

– attuare efficaci politiche familiari, sanitarie ed educative per la prevenzione e la cura dell’infertilità e della sterilità;

– contrastare il giro d’affari miliardario sulla pelle delle donne legato al mercato speculativo della pratica dell’utero in affitto.

*

Comitato “Di mamma ce n’é una sola”

Presidente: On. Eugenia Roccella

Coordinatore nazionale: On. Olimpia Tarzia

Segretarie: Dott.ssa Assuntina Morresi, Dott.ssa Francesca Romana Poleggi

Per maggiori informazioni: unasolamamma@hotmail.com

Fonte: Osservatorio Internazionale cardinale Van Thuan sulla Dottrina Sociale della Chiesa – Newsletter n.451 | 2013-11-05

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Benedetta Cortese

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