L’uomo, qualsiasi ruolo possieda, non è e non sarà mai in grado di essere il padrone e signore della storia. Essa non entra nel possesso delle sue mani e non può essere condotta secondo la sua volontà. È Dio Onnipotente che interviene e conduce la storia seguendo il suo volere. Il credente sa benissimo che ogni cosa può essere al centro del vero cambiamento nel bene comune, se affidata, nella preghiera al Creatore assoluto. Qualcuno mi dirà invece che solo l’uomo è capace di reinventare l’umanità, con la sua forza e la sua intelligenza! Sicuramente rimane il responsabile attivo nel quotidiano delle sue azioni compiute. Ma quest’ultime, secondo voi, se ispirate e rimesse con fede autentica nella volontà del Padre, possono assomigliare a quelle costruite sugli impulsi personali e collettivi, legati in profondità soltanto alla realtà materiale interessata? L’orgoglio dell’uomo è così ben strutturato che fa fatica ad ammettere che la sua volontà, pur nella sua più grande autonomia, appartenga a Dio! E proprio qui, paradossalmente, che ci sono i limiti evidenti della sua dimensione terrena. Non capisce che l’affidare tutto nelle mani del Signore, non solo rafforza l’autonomia di pensiero, ma di riflesso permette di conquistare anche un accesso formidabile all’essenza di quanto dobbiamo realizzare, con il miglior risultato per sé e per il prossimo. L’uomo di fede, sia politico, meccanico, professionista, sportivo, studente, disoccupato, sano o ammalato, prima di ogni evento, importante o meno, si chini dinanzi al suo Dio e lo invochi, chiedendogli di essere il vero Attore della storia, prendendone le redini e conducendola secondo il più grande bene.
Il teologo mons. Costantino Di Bruno a questo proposito sottolinea, in un suo scritto, come lo stesso “Gesù (in occasione della scelta dei suoi dodici apostoli), vero uomo, non ha il governo della storia nelle sue mani. Esso è tutto nel cuore e nella volontà del Padre. Anche Lui ha bisogno che il Padre prenda le redini della storia e la diriga secondo i suoi disegni eterni e divini. Dovendo compiere un’opera di vitale importanza per la sua missione, egli passa tutta la notte in orazione. Mette ogni decisione nel cuore del Padre. È Lui che deve decidere, scegliere, chiamare. È Lui che gli deve indicare chi eleggere quali suoi apostoli”. Il Figlio dell’Uomo, che non certo manca di sapienza, nel momento in cui deve assumere una decisione che cambia la storia si isola per una notte intera e si affida completamente alla volontà del Padre. In Luca infatti leggiamo: “In quei giorni egli se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli…”. Mettere nel cuore e nella mente questo principio rivoluziona la vita e apre l’orizzonte a prospettive nuove e fuori la portata dell’uomo avvitato solo su se stesso. Oggi si scappa! Si cercano scorciatoie! Si pensa che con il potere fine a se stesso si possano cambiare le coscienze degli uomini, per abbonirli e tele guidarli! È un disastro, perché non si prega e soprattutto non si crede che la nostra esistenza, sia strumento per la redazione degli altri, nella misura in cui ci apriamo alla Parola, nella fede più autentica possibile. Il non farlo, rallenta di riflesso la salvezza di qualcuno, ponendoci in un modo sbagliato nella storia che ci passa davanti, non avvertendo la dimensione del mistero della realtà che ci rende veri uomini.
I nostri nonni, se ricordate, dinnanzi ad una piccola o grande cosa ci dicevano sempre di stare tranquilli, perché prima o poi “Ci pensa il Signore!”. L’umiltà popolare a volte sorprende, perché sa imitare alla perfezione Gesù anche quando s’inginocchia e pregando chiede al Padre come agire! Una richiesta ferma nella certezza che Lui non tradisce mai, offrendo la giusta lettura delle cose, per consentirci di essere dei principali attori nell’armonia sociale e spirituale quotidiana. È chiaro che se la nostra vita si dovesse incamminare invece per strade distorte e inquinate, accerterebbe il nostro tradimento verso Dio. Papa Francesco in ogni sua omelia indirizza il mondo verso la semplicità del cuore, che apre alla volontà del Padre, fuori dalla quale, tutto rischia di cadere, trascinando con sé le macerie della storia. Non vergogniamoci di pregare o di affidarci a Lui, per ogni disegno della nostra vita. Il mondo non è certo da evitare o da punire, chiudendosi nella propria torre d’avorio, ma da vivere intensamente, marcando, nel rispetto dell’altro, i confini della dissolutezza umana che, se anche ben truccata, sta portando l’uomo alle sue sconfitte più atroci. Da oggi, nella preghiera come stile di vita, proviamo perciò ad affidare a Dio, ogni nostra azione, decisione, scelta, progetto, con nell’animo la certezza che non siamo soli… Ci pensa il Signore!
Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidio.chiarella@libero.it. Per ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it
* Si avvisano i gentili lettori che nelle librerie è possibile chiedere il volume del prof. Chiarella “Sui sentieri del vecchio Gesù”, edito If-Press di Roma. Il libro raccoglie i pezzi di un anno pubblicati su Zenit, con alcuni articoli inediti; la prefazionedi Mons. Costantino di Bruno (Lettera al vecchio vangelo); la conclusione di Padre Paolo Scarafoni, LC (Cristo al centro) e la presentazione del Dr. Antonio Gaspari (Zenit).
Scheda libro: http://bit.ly/1giEzlP