Lettura

La missione dei Dodici si radica sul progetto di Gesù di radunare il popolo di Israele attorno all’annuncio della salvezza; perciò coinvolge nell’annuncio del Regno prima gli apostoli e, poi, anche altri settantadue discepoli. Il discorso di Gesù, più che sui contenuti, verte sullo “stile” che l’apostolo dovrà avere in ogni situazione che affronterà. 

Meditazione

Il brano del Vangelo di oggi segna l’inizio dell’opera dei discepoli chiamati da Gesù a continuare la sua stessa opera: da lui e come lui anch’essi sono inviati. Le consegne che Gesù dà ai Dodici servono da “diario di viaggio” per la missione della Chiesa e contengono l’avvertimento che Gesù dà, e che consiste in alcuni “senza” e in alcuni “con”: alcune cose vanno lasciate o non fatte, altre non potranno mancare e dovranno essere compiute. Le parole di Gesù non riguardano l’oggetto dell’annuncio, in quanto è ovvio: è il regno di Dio, è Gesù stesso! Ciò che non è ovvio, ed è ciò su cui Gesù insiste, è “come” deve vivere e presentarsi chi annuncia. Per noi l’importante non è cosa dire (non dipende da noi!), ma come essere per non contraddire con la vita ciò che annunciamo con la bocca: ciò che siamo fa da cassa di risonanza a ciò che diciamo. Questo brano ci dà, praticamente, la “carta d’identità” degli inviati: devono riprodurre i lineamenti di chi li invia. Naturalmente, non è che la fede di chi ascolta dipenda dalla credibilità di chi annuncia: la Parola è viva ed efficace di per sé! Chi annuncia, però, ha un potere “tragico”: offuscare o, addirittura, annullare l’annuncio. Se non abbiamo il potere di rendere credibile l’annuncio, siamo, tuttavia, in grado di renderlo “incredibile”! È la responsabilità dell’uomo che, non essendo Dio, non può dare la vita, ma è in grado di dare la morte a ciò che vive! Proprio per questo Gesù comanda la povertà e l’umiltà. 

Preghiera

Signore, ti ringrazio per avermi fatto incontrare la Parola del Vangelo in cui ho trovato rifugio, consolazione, guarigione, liberazione e forza. Fa’ di me un discepolo credente e un testimone credibile e dammi la grazia di vivere questo mio compito di evangelizzatore in modo lieto e libero da preoccupazioni fuorvianti, senza fidarmi troppo di me stesso, ma confidando nella potenza del tuo nome. 

Agire

Cercherò la maggiore coerenza possibile fra quanto dico e quanto vivo. 

Meditazione del giorno a cura di monsignor Emidio Cipollone, arcivescovo di Lanciano-Ortona, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: info@edizioniart.it