Perché l’Italia non cresce più? Perché il nostro paese è caratterizzato da una forte decrescita economica mentre i Paesi in via di sviluppo e quelli industrializzati continuano a crescere?
Perché stiamo perdendo primati economici, culturali, scientifici, tecnologici, che da decenni hanno caratterizzato l’Italia e ne hanno fatto la 7a potenza industrializzata del mondo? Perché l’Italia, che è stata la culla della scienza moderna è oggi il paese che più di ogni altro si oppone ai progressi della scienza e della tecnologia? Perché stiamo perdendo il futuro?
Sono queste alcune delle domande alle quale cercano di rispondere Elio Cadelo e Luciano Pellicani nel saggio “Contro la modernità – Le radici della cultura antiscientifica in Italia” in libreria in questi giorni per i tipi di Rubbettino.
La società italiana è oggi caratterizzata da una grave analfabetismo scientifico ( solo il 3% della popolazione conosce il metodo scientifico contro il 78% della Finlandia) e da un ampio analfabetismo di massa (il 70% della popolazione è oggi analfabeta o incapace di comprendere un testo scritto) che ci pone ai primi posti nei paesi industrializzati.
Ma siamo anche il paese dove, negli ultimi anni, si sono sviluppati il maggior numero di movimenti contro la scienza e contro l’innovazione tecnologica e la ricerca scientifica. Tutto questo vede oggi l’Italia come primo esportatore nel modo di ricercatori, scienziati e laureti in discipline scientifiche. Si tratta di una emigrazione intellettuale dovuta solo in parte alla crisi economica, ma che trova le sue regioni anche nell’ostilità verso la scienza e le sue applicazioni.
E i dati presentati sono allarmanti: l’Italia presenta livelli di analfabetismo e analfabetismo scientifico tra i più alti d’Europa, pericolosissimi livelli di emigrazione intellettuale, caduta nella ricerca scientifica e nell’innovazione tecnologica, mentre dall’altra si moltiplicano i movimenti contro la modernizzazione del paese.
Ma come si è arrivati a questo punto? A questi interrogativi danno una risposta Elio Cadelo e Luciano Pellicani che ripercorrono la lunga storia della cultura antiscientifica italiana. Da Croce e Gentile fino ai movimenti ambientalisti che si ispirano all’ecologia del nazismo, della beat generation ed ai movimenti religiosi millennaristi. Questo cocktail di ideologie anti-industriali e anti-moderniste sta pregiudicando il nostro futuro.
Questo contrasto tra scienza e libero mercato da una parte e natura, ritorno ad una vita essenziale e contadina dall’altra si acuisce nei dibattiti sulla New Economy, sui mercati globali, sul nuovo panorama lavorativo. Gli Autori in questo saggio spiegano perché negli italiani è presente anche una forte indignazione permanete contro quella che viene ritenuta “la permanete” rivoluzione capitalistica che avanzerebbe come una valanga culturale distruggendo tutto: istituzioni, interessi, valori, sentimenti. Questo modo di sentire ha radici profonde che affondano nel Fascismo ed nel Nazifascismo che devono parte del loro successo proprio alla lotta contro la Modernità, contro il capitalismo e il libero mercato.
Elio Cadelo, giornalista, divulgatore scientifico, inviato speciale del Giornale Radio Rai per la Scienza e l’Ambiente, ha lavorato al “Corriere della Sera”, a “Il Mattino” e ha collaborato con “Panorama” ed “Epoca”. Premio Enea 1999 per la divulgazione scientifica è autore di numerose pubblicazioni.
Luciano Pellicani già direttore di “Mondoperaio” è tra i sociologi italiani più conosciuti a livello internazionale e autore di numerosi saggi tradotti nelle principali lingue europee.