Guidati da Giulio Rapetti, più noto con lo pseudonimo artistico “Mogol”, i cavalieri consegneranno al Papa una pergamena firmata dal sindaco Claudio Ricci, in cui è scritto che la città di Assisi aspetta a braccia aperte Papa Francesco con una emozione che ritorna intatta dopo 800 anni dalla consacrazione di santa Chiara.
Intervistato da ZENIT, Mogol ha confessato di essere un vero fanatico di papa Francesco, ed ha annunciato che il prossimo libro di aforismi, pensieri e parole che sta per pubblicare ne contiene moltissimi ispirarti e dedicati al Pontefice.
Mogol è convinto che il Papa “ha fatto e sta facendo cose mai viste. Ha risolto problemi e soprattutto sta suscitando entusiasmo per la fede.”
“Sta ravvivando il messaggio di Gesù Cristo”, ha sostenuto.
Secondo il paroliere italiano, autore di canzoni di grande successo, “bisogna essere grati a Benedetto XVI che con il suo gesto ha permesso l’elezione di Papa Francesco con cui lavora insieme”.
Mogol ha raccontato di aver registrato con il regista Gjon Kolndrekaj la parte del catechismo dedicata all’Eucaristia.
Gjon Kolndrekaj è l’ideatore e l’esecutore insieme a don Giuseppe Costa dell’opera in video “Catechismo della Chiesa Cattolica”, una produzione cinematografica multimediale e poliglotta, prodotta dalla CrossinMedia Group e realizzato in coedizione con la Libreria Editrice Vaticana.
Insieme a Gjon Kolndrekaj, Mogol è stato premiato con una medaglia d’oro dal cardinale Paul Joseph Jean Poupard per il documentario “Monte Sinai”.
Il paroliere italiano ha raccontato che è rimasto impressionato da una suora ortodossa quarantenne che ha incontrato nel deserto del Sinai, la quale ogni giorno innaffia con un po’ d’acqua una pianta di rose.
Gli ha chiesto: “sorella, perché è venuta a versare il suo amore nel deserto?” e lei gli ha risposto “perché ancora non è versato abbastanza”.
In una pagina del libro “Le Ciliegie e le Amarene – aforismi, pensieri e parole” (Edizioni Minerva), Mogol ha scritto: chi ama il suo prossimo crede in Dio anche se si professa ateo”.