Lettura
Nell’ordine di non piangere, apparentemente paradossale, che Gesù dà alla madre vedova del ragazzo morto, Luca fa intuire, fin dall’inizio, l’esito di questo incontro. Qui, poi, per la prima volta, Gesù viene chiamato “signore” e, perciò, basta un suo comando e il corso degli avvenimenti viene rovesciato e il giovane può essere restituito, vivo, a sua madre.
Meditazione
Gesù continua a realizzare ciò che chiede ad ogni credente: ama i nemici (i pagani: 7,1-10); si prende cura dei piccoli (7,11-17) e accoglie i peccatori (7,36-50). Questo passo è esclusivo di Luca che narra due risurrezioni nel Vangelo e due negli Atti avendo come sfondo i miracoli di Elìa e di Elisèo. La risurrezione dei morti è proprio impensabile, essa non è proprio immaginata dai pagani (cfr. At 17,32): ogni uomo spera di essere sempre in salute e di vivere senza fine, ma la sua speranza è frustrata dalla realtà. Essa, quindi, può essere solo frutto della potenza misericordiosa di Dio: è Gesù che viene a dare speranza là dove nessuno può averne perché l’uomo muore e, quando vive, vive nel dolore della morte dei suoi cari e dei suoi amici e in attesa della propria! La risurrezione dei morti è il segno definitivo per chi lo sa cogliere, è la “visita” decisiva per eccellenza per chi la accoglie: Gesù non è solo il profeta che dà conforto e dilaziona la morte ma, come Signore, è vincitore della morte ed inaugura il tempo nuovo della speranza per tutti i credenti. La risurrezione del figlio della vedova, ora, deve diventare la risurrezione del nostro cuore in un percorso di conversione permanente che, insieme con la preghiera, ci aiuterà a vivere da risorti nel tempo presente, come anticipo della definitiva risurrezione dai morti.
Preghiera
Signore, tu hai mostrato la tua compassione e la tua misericordia consolando la madre vedova con la risurrezione del figlio. Rendici capaci, oggi, di dare risposte di vita ai tanti che vivono schiavi della morte. Facci essere promotori di una “cultura della vita” che liberi ogni creatura dalle oppressioni e dalle violenze di morte. Rendici capaci di vivere da risorti e di comunicare a tutti questa possibilità.
Agire
Oggi dirò almeno una parola di vita e compirò un gesto che sia espressione della mia vita da risorto.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Emidio Cipollone, arcivescovo di Lanciano-Ortona, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it