“A nome del popolo congolese, che rappresento umilmente, vorrei chiedere a Sua Santità l’intercessione di preghiera per una pace duratura nella Repubblica Democratica del Congo” chiede la Signora Marie Olive Lembe Kabilakabange, moglie del Presidente congolese Joseph Kabila, in una lettera inviata a Papa Francesco.
Nella missiva si ricordano “le atrocità di ogni tipo subite da decenni dalla popolazione a causa delle molteplici guerre ingiuste, focalizzate attualmente nell’est della RDC che hanno provocato immani perdite di vite umane”.
La “Première Dame” congolese invita inoltre il Santo Padre a visitare il Paese “per dare conforto e speranza ad un popolo a maggioranza cattolica che spera di vivere nella pace e nell’armonia”.
Dall’est del Paese continuano però a giungere notizie di nuove violenze e di un accrescimento della tensione. Il Coordinamento della Società civile del Nord Kivu denuncia il concentramento di truppe ugandesi (si afferma addirittura 12.000 soldati) alla frontiera congolese-ugandese nei pressi di Bunagana. Si teme che le truppe di Kampala si apprestino a varcare il confine per dare manforte ai ribelli dell’M23, che già ricevono aiuti da parte dell’esercito rwandese, e sarebbe stati rinforzati da un’unità di mercenari eritrei.
In un’ulteriore nota inviata a Fides, il Coordinamento della Società civile del Nord Kivu, afferma che il 15 e il 16 settembre gli uomini dell’M23 hanno costretto alla fuga circa 800 famiglie nel territorio di Rutshuru. Queste persone sono prive di assistenza umanitaria.
(Fonte: Agenzia Fides 17/9/2013)