"Mi sento un alieno intrappolato in un corpo umano" (Terza puntata)

Identità, accettazione ed impegno attraverso il Forum di Spazio Asperger

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Identitificazione nella cultura Aspie 

L´identificazione all´interno della cultura “Aspie” può avvenire in due modi. Ci può essere accettazione di una condizione che porta sia vantaggi che svantaggi con il conseguente impegno. Oppure un orgoglio che identifica gli Asperger come migliori degli altri, i neurotipici (le persone non autistiche) come nemici e il desiderio di essere considerati una minoranza da tutelare piuttosto che da integrare nell´organismo della società. 

Ma perché uno dovrebbe essere orgoglioso di qualcosa con cui si è nato? Nelle community Aspie ci sono tutte le caratteristiche distintive di un gruppo di minoranza, comprese quelle, purtroppo, negative. L´etichetta medica è trasformata in un´etichetta sociale e quindi porta all´identità di gruppo. È automatico in quest´ottica provare orgoglio o vergogna nell´essere neurodiversi. Un sentimento di vergogna associato all´appartenenza ad un gruppo ha effetti deleteri sullo sviluppo psicologico ed il senso di efficacia (basti pensare agli afro-americani) ed è quindi necessario puntare sugli aspetti positivi. Molti Asperger però, soprattutto adulti, sono cresciuti senza avere la possibilità di sperimentare il senso di appartenenza e quindi imparare a regolarlo. Questo, in parte, rende ragione di molti problemi che sono sperimentati all´interno delle community autistiche. Il criterio di appartenenza delle community autistiche non si sviluppa ovviamente attraverso la vicinanza fisica, ma attraverso la somiglianza legata all´appartenenza allo Spettro, somiglianza che induce le persone a ricercare le proprie convinzioni, le proprie idee ed i propri bisogni nell´altro. La gratificazione di trovare altre persone con idee simili è ciò che porta, più di qualsiasi altro elemento, all´unione. 

Il processo di identificazione ad esempio in me non ha mai avuto luogo (ne con nerd, ne artista, ne scienziato, ne filosofo perché anche i filosofi li vedo per la maggior parte molto diversi da me). Però qui dentro tendo a identificarmi molto di più con le altre persone, pur avendo idee e hobby diversi, gli asperger li vedo come fatti con lo stesso stampo pur avendo preso strade diverse o avendo delle differenze tali da non compromettere la possibilità di identificarmi in loro. È la prima volta che mi sento così tanto un “noi”. 

L´identificazione è il processo di strutturazione della propria personalità attraverso l’interdipendenza con il gruppo. Atteggiamenti e modalità di comunicazione si influenzano reciprocamente. Una volta identificati in un gruppo si mettono in atto i processi di categorizzazione e confronto sociale. La categorizzazione è la capacità umana di discriminare e raggruppare oggetti, persone, idee in categorie distinte che porta alla tendenza a considerare più nette categorie contrapposte. Inserita all´interno della tendenza autistica al pensiero dicotomico (bianco o nero) e all´astio spesso sviluppato in una vita di sopprusi ed incomprensioni, è facile capire come possa nascere una contrapposizione tra neurotipici e neurodiversi. L´individuo confronta continuamente il proprio ingroup con l´outgroup di riferimento, con una condotta marcatamente segnata da bias valutativi in favore del proprio gruppo. Il proprio gruppo viene implicitamente considerato “migliore” rispetto agli “altri”. 

Il processo di identificazione porta quindi sia dei pro che dei contro. Tra gli aspetti positivi possiamo trovare: lo sviluppo dell´empatia all´interno del gruppo, l´aiuto reciproco, l’autostima per via vicaria attraverso l´identificazione e la resilienza rispetto alle difficoltà della vita e nell´affrontare la diagnosi. Tra i contro possono esserci una ridotta tolleranza per le persone fuori dal gruppo ed un ansia legata al desiderio di rimanere all´interno del gruppo stesso che può portare ad una forte resistenza al cambiamento e alla crescita personale nell´incubo di perdere la diagnosi e quindi la propria nuova identità. 

Ho sempre avuto difficoltà a rapportarmi con i miei coetanei, il che veniva giustificato sempre con il fatto che avessi un brutto carattere o che fossi troppo timida. Fino all´età adulta non capivo minimamente tutto quello che era l´umorismo venendo così etichettata come stupida o venendo raggirata molto facilmente. A scuola ero piuttosto isolata; avevo problemi di apprendimento ma avevo letto molti più libri di tutti i miei compagni di classe messi assieme. A 19 anni, tutti i miei disagi mi hanno provocato una crisi depressiva che ho curato del tutto con una terapia di due anni.

Pensavo che guarendo dalla depressione sarei diventata finalmente uguale a tutti gli altri, ma non è stato così. Mi sono sempre resa conto che anche se non stavo più male, continuavo ad avere alcune caratteristiche che non erano comuni e ciò mi portava a chiedermi se fossi guarita davvero o se semplicemente stessi perdendo la testa.

Un giorno, girovagando su internet, sono capitata per caso su Spazio Asperger. Quando ho approfondito l´argomento sono rimasta sconvolta: dopo anni di tormenti e di disperazione, tutto finalmente aveva senso, tutti i miei problemi trovavano una risposta immediata!
Ho trovato questo forum dove c
´erano altre persone che sembravano raccontare stralci della mia vita, che talvolta avevano le mie stesse strambe abitudini, che combattevano con i miei stessi problemi e che finalmente avrebbero potuto capirmi senza considerarmi folle e forse avrebbero potuto aiutarmi nei momenti di difficoltà. Perché anche se siamo circondati da persone che ci amano, nessuno può comprendere cosa voglia dire convivere con una testa come la nostra. Il potere parlare con i propri “simili” tramite un forum che non ha limiti di spazio e di tempo, aiuta a non sentirsi definitivamente e irrimediabilmente soli. 

(Articolo tratto da Autismo Oggi, n. 22, rivista della Fondazione Ares, in collaborazione con Spazio Asperger)

(La seconda puntata è stata pubblicata domenica 8 settembre. Seguirà la quarta ed ultima parte domenica 22 settembre 2013])

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Davide Moscone

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