Dall'idolo dell'io a Dio

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio / XXIV domenica del T.O.

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Lettura

Le tre letture di oggi ci presentano la caratteristica più originale e più bella del volto di Dio: la misericordia. Mosè riesce a far emergere quanto c’è di più divino in Dio: il suo cuore che non cessa di battere d’amore, anche di fronte alla miseria del suo popolo. Paolo ci presenta la condiscendenza senza limiti di Dio verso il suo popolo e il brano del Vangelo ci presenta Dio che non solo è buono e perdona, ma va affannosamente in cerca di chi è perduto, finché non lo trova. 

Meditazione

Il brano del Vangelo di oggi è un’unica parabola in tre scene e rivela il centro del Vangelo stesso: Dio come Padre di tenerezza e di misericordia, ben diverso da quello da cui Adamo era fuggito per paura. Egli è colmo di gioia quando vede tornare a casa il figlio più lontano ed invita tutti a gioire con lui: «Bisogna fare festa!». La sua casa è, finalmente, piena, il suo cuore trabocca: nel ritorno dell’ultimo, ogni figlio perduto è ormai con lui. Ora, però, occorre “convincere” il giusto ad entrare, ma l’impresa è ancor più difficile di quella con i peccatori: questi, a causa della loro miseria, sentono la necessità della sua misericordia; quello, arroccato nella propria giustizia, è autosufficiente e mentre condanna il fratello ingiusto, ignora e rifiuta anche il Padre che ama, gratuitamente e totalmente, tutti i suoi figli. In realtà, fin dal principio, ogni uomo si è nascosto da Dio e si è smarrito. L’unico giusto è Gesù, il pastore che si è fatto agnello perduto e immolato per noi. Perciò, quest’unica parabola parla della conversione ma, non tanto, del peccatore alla giustizia, bensì del giusto alla misericordia. La grazia che Dio ha usato verso di noi, suoi “nemici”, deve rispecchiarsi nel nostro atteggiamento verso i nemici (6,27-36) e verso i fratelli peccatori (6,36-38). Il Padre non esclude dal suo cuore nessun figlio; solo chi esclude un fratello si esclude da Lui. Ma Gesù, il Figlio che conosce il Padre, si preoccupa di recuperare anche chi, escludendo il fratello, si esclude dal Padre. 

Preghiera

Padre, donaci di fissare gli occhi su Gesù e di contemplarlo per comprendere meglio il tuo cuore e l’amore con cui hai amato noi che siamo piccoli e fragili. Donaci di comprendere il tuo cuore per capire il nostro stesso cuore e il cuore di quelli che ci sono affidati, soprattutto il cuore di chi soffre e di chi vive senza speranza. 

Agire

Ripeterò spesso “Donami, Padre, la gioia del perdono”.

Meditazione del giorno a cura di monsignor Emidio Cipollone, arcivescovo di Lanciano-Ortona, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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