“Indebolire la famiglia significa indebolire la persona e la società”. È quanto ha affermato il cardinale Angelo Bagnasco, questa sera durante la prima sessione della 47° Settimana Sociale dei Cattolici italiani a Torino.
“In questi giorni – ha affermato il porporato nella sua prolusione – vorremmo insieme provare ad ascoltare l’uomo e la donna di oggi, senza pregiudizi o filtri ideologici, ma assecondando la vocazione della Chiesa che ha come suo primo compito quello di ascoltare Dio e inseparabilmente il mondo, soprattutto le sue sofferenze, disagi e fatiche, le sue paure”.
La famiglia risulta essere allora “l’antidoto alla stessa crisi, l’unica alternativa praticabile ad una esasperazione dell’individuo, la cui pesantezza è diventata insostenibile sotto l’imperativo di un’autonomia rivelatasi ben presto ingenua e cinica allo stesso tempo”, ha aggiunto Bagnasco.
“Esistono – ha affermato con preoccupazione il cardinale – tendenze che mirano a cambiare il volto della famiglia, rendendola un soggetto plurimo e mobile, senza il sigillo oggettivo del matrimonio. Accorciando i tempi del divorzio, lo Stato non favorisce una ulteriore ponderazione su lacerazioni che lasceranno per sempre il segno, specie sui figli anche adulti. I figli non hanno forse diritto a qualunque sacrificio pur di tenere salda e stabile la coppia e la famiglia?”.
Angelo Bagnasco considera allora le Settimane Sociali un servizio al dibattito culturale in corso nel nostro Paese perché “una riflessione seria e rigorosa, improntata non a una teoria dell’equivalenza ma alla ricchezza insostituibile della differenza, è dunque oggi quanto mai opportuna e necessaria, e da cattolici si può dare un contributo ad un dibattito che rischia di essere monotematico”.
“La Chiesa propone instancabilmente la famiglia come la prima dimora dell’umano così come ricorda il Concilio Vaticano II”- conclude Bagnasco perché – “Una società che non investe sulla famiglia non investe sul suo futuro e si limita, come spesso dobbiamo costatare, ad affrontare emergenze e allocare risorse senza un chiaro progetto. Nulla è davvero garantito se a perdere è la famiglia”