Combattere la globalizzazione dell'indifferenza con un'attenzione all'uomo e al creato

Ieri a Torino, il seminario di studio FOCSIV su famiglia e volontariato internazionale, verso la 47esima Settimana Sociale dei Cattolici Italiani

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“E’ importante recitarein Famigliala preghiera di San Francesco e pregare sabato sera, con il Santo Padre per combatterela globalizzazione dell’indifferenza: a questo atteggiamento bisognerebbe sostituire una  globalizzazione  dell’attenzione all’uomo e al creato”.

E’ quanto ha dichiarato Gianfranco Cattai, presidente del FOCSIV – la più grande Federazione di Organismi di Volontariato Internazionale di ispirazione cristiana presente in Italia –  durante l’incontro “Famiglia, volontariato internazionale: educazione, accoglienza e nuovi stili di vita”, svoltosi ieri a Torino, in preparazione delle 47esima Settimana Sociale dei cattolici. Secondo Cattai: “Bisogna soffermarsi sulla sofferenza delle famiglie aperte al mondo. Pensiamo a Paolo dall’Oglio: è andato in Siria con una logica francescana, per farsi strumento di pace”.

Sulla “frustrazione degli addetti alla comunicazione” a non riuscire ad impattare su alcuni temi, perché la “paura fa più vendita della positività”, il presidente ha spiegato che “dobbiamo avere una maggiore consapevolezza, da parte nostra, che le cose che ci raccontiamo siano intellegibili”. “Se le raccontiamo, sono una risposta al futuro dei nostri figli e servono – ha affermato -. Per questo dobbiamo essere più creativi, grazie anche alle nuove tecnologie”.

“Non dobbiamo fermarci alle scelte personali, che sono comunque importanti e un riferimento, ma dobbiamo essere più intelligenti per diventare lavoratori di fraternità” ha esortato Cattai. Anche perché, come dichiara il cardinale Tettamanzi: “Non c’è futuro senza solidarietà”. Secondo il porporato, “c’è bisogno di più coraggio”, soprattutto da parte dei “trentenni” che – ha affermato – “sono il nostro futuro”. “Non dobbiamo avere paura che i trentenni non ci siano” ha proseguito l’arcivescovo emerito di Milano, essi “ci sono, ma in modo diverso perché il contesto socio-economico attuale è cambiato”. Su di loro però bisogna puntare per un futuro migliore: “Non necessariamente prenderanno in mano i nostri organismi, magari, però, saranno capaci di fondarne altri e più innovativi” ha detto Tettamanzi.

Dopo la testimonianza di quattro famiglie, ha concluso l’incontro Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni familiari e membro del comitato organizzatore delle Settimane Sociali di Torino. Secondo Belletti: “Non si può costruire la dignità dell’uomo senza un’attenzione particolare alla famiglia”. “La famiglia – ha ricordato – è stata messa al centro delle Settimane Sociali solo tre volte e l’ultima è stata nel 1954. Benedetto XVI ha affermato chela questione sociale è strettamente antropologicae questa – ha concluso il presidente del Forum – è un’occasione imperdibile per colmare la distanza di sensibilità”.

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Giorgia Innocenti

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