Lettura

L’evangelista Marco colloca la chiamata dei discepoli all’inizio del suo Vangelo per indicare che essa è il principio della vita cristiana. Luca, facendola precedere dal discorso inaugurale di Gesù, dall’osservazione sulla potenza della sua Parola e dal racconto dei suoi effetti salvifici, non solo motiva la risposta, ma ne mostra anche gli aspetti ecclesiali: la comunità cristiana è chiamata a confrontarsi con Gesù e ad obbedire alla sua Parola per ottenere i frutti della benedizione promessa.

Meditazione

Il quadro, rappresentato da Luca, è di straordinaria efficacia narrativa ed è espressione di una comune esperienza di fede: quella dell’incontro con Cristo e con la sua proposta esigente che interpella la nostra vita. È l’esperienza della folla che si riversa su Gesù per ascoltare la Parola di Dio dalla riva del mare: egli, seduto sulla barca, insegna come uno che ha autorità e si rivolge a tutti perché tutti possano ricevere la parola di salvezza e di vita, uscendo così dal loro “fallimento” esistenziale. È l’esperienza della chiesa di Luca che, nell’obbedienza al Maestro, è consapevole di passare dalla sterilità alla testimonianza efficace del suo Signore, diventando, davanti al mondo, “sacramento” della sua presenza salvifica. È l’esperienza di tutti i discepoli di ogni luogo e di ogni tempo, è la nostra stessa esperienza. La fatica notturna, priva di frutti, indica l’inutilità di tutti gli sforzi, fatti per volontà propria, per instaurare il regno di Dio. Nella risposta di Pietro si avverte qualcosa che sta a metà fra l’obiezione di Zaccaria, che vede l’impossibilità che qualcosa avvenga, e la risposta di Maria, che accetta che avvenga secondo la Sua parola. L’obbedienza alla parola del Signore, infatti, è l’unico motivo per sperare l’impossibile che essa promette a chi obbedisce: la fede non ha altro appoggio. Inoltre, nell’obbedienza, davanti alla verità di Dio e al suo dono di misericordia, Pietro (e, in lui, anche noi) scopre la sua verità di “uomo peccatore”, ma riceve ugualmente la sua missione, la quale non decadrà neanche per il suo peccato e, anzi, riceverà l’incarico di confermare nella fede i suoi fratelli proprio quando avrà sperimentato fino in fondo la propria esperienza di debolezza.

Preghiera

Padre santo, grazie per Gesù, tuo Figlio: la sua Parola ci chiama a conversione, i sacramenti ci assicurano la sua presenza e la sua grazia, il ministero pastorale della Chiesa la sua guida illuminata che ci strappa dalle nostre povere certezze e ci permette di andare oltre il fallimento delle nostre esperienze.

Agire

Fare oggi, almeno una volta, un atto di affidamento al Signore: «Sulla tua parola...».

Meditazione del giorno a cura di monsignor Emidio Cipollone, arcivescovo di Lanciano-Ortona, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: info@edizioniart.it