Alcuni mezzi di comunicazione, oggi, tendono a dipingere il mondo a tinte scure, come se fosse irrimediabilmente corrotto. Nell’aria c’è un sentimento di rassegnazione e di pessimismo diffuso, che spinge i ragazzi a considerare la vita una specie di giungla in cui trionfano i più forti.

Molti giovani sono sfiduciati. Non credono più nella famiglia, nella politica, nella religione, nell’amore, nell’onestà, nella lealtà, nella legalità. Alcuni si chiedono: “Perché dovrei comportarmi bene, se tutto il mondo è malato e cattivo? Chi me lo fa fare? E’ meglio essere furbi ed adeguarsi ai tempi”.

Questo tipo di ragionamento rischia di rovinare il futuro delle nuove generazioni, spesso deluse e disilluse, a volte rinchiuse in un guscio di oscurità e di disfattismo autolesionista.

Il bene viene spesso nascosto. Ha poco spazio rispetto alle tonnellate di carta di giornale e di servizi televisivi dedicati al male: corruzione, omicidi, pornografia, violenze e brutalità di ogni genere.

Eppure basterebbe guardarsi intorno per accorgersi che esistono tante bellissime storie che possono aiutarci a ritrovare fiducia nel domani. Sono testimonianze di gente comune, che ha saputo illuminare il mondo con un gesto d’amore, offerto lungo il cammino della vita quotidiana.

Un vero e proprio caso-simbolo è quello della lotta contro il virus Ebola, nell’Uganda settentrionale, fra l'ottobre 2000 e il febbraio 2001. In quei giorni, nell’ospedale St. Mary’s di Lacor a Gulu, un gruppo di persone donò la vita per combattere la terribile epidemia. Fra questi, il direttore sanitario Matthew Lukwiya, un bravissimo medico di quarantatre anni, sposato e padre di tre figli. Al suo fianco, alcuni infermieri ed infermiere si impegnarono nella cura e nell’assistenza dei malati.

Tredici di loro furono vittime dello stesso virus contro il quale avevano lottato: una terribile febbre emorragica, con altissimo rischio di contagio. Con essi morì anche il dottor Matthew, che li aveva sempre incoraggiati, invitandoli a non arrendersi mai.

Questa storia rappresenta un esempio perfetto d’amore per l’umanità. Uomini e donne, senza paura, offrirono la loro vita per aiutare il prossimo. Senza preoccuparsi di ciò che sarebbe successo.

Pensiamo anche ai martiri della strage delle Torri Gemelle, che l’11 settembre 2001 si sacrificarono nel tentativo di salvare altre vite umane: 343 vigili del fuoco e 76 poliziotti, inghiottiti dalle macerie. I loro volti sono sconosciuti, ma la loro missione è stata grande. Quel gesto d’amore infinito illumina il cuore di tanti giovani che svolgono oggi lo stesso lavoro, rischiando la vita ogni giorno.

Oltre a questi episodi, si potrebbero elencare i testimoni silenziosi che si impegnano quotidianamente in attività di volontariato. Sono tante le associazioni, i gruppi e i movimenti che operano in questo campo. Ma ce ne sono alcuni che svolgono attività meno conosciute, spesso considerate scomode, e per questa ragione lontane dalla notorietà.

L’esempio più eclatante è quello dei volontari che cercano di offrire un sostegno alla vita nascente. Alcuni mezzi di comunicazione tendono ad etichettarli, superficialmente, come “antiabortisti”. In realtà si tratta di veri e propri angeli che agiscono nell’oscurità, con grande concretezza.

La legalizzazione dell’aborto è lo specchio triste di una società che si arrende di fronte al male, invece di combatterlo. E’ il trionfo della non-cultura della morte, dell’egoismo, dell’ipocrisia e dell’indifferenza.

Oggi sono tante le ragazze abbandonate, nella solitudine della loro disperazione, che non vorrebbero uccidere il bambino che portano in grembo. Basterebbe soltanto una mano tesa, una parola di conforto per evitare un gesto che segnerebbe, per sempre, la loro esistenza.

Per questa ragione esistono centri di aiuto alla vita che operano nel silenzio, senza fare rumore, soffrendo anche le ingiuste critiche di chi vede nella loro attività il rischio di un possibile attentato alla libertà della donna.

Sono tanti i bambini che possono vedere la luce del sole, grazie alla solidarietà di questi testimoni silenziosi. Il loro sorriso, oggi, illumina il mondo ed è un segno di speranza nel domani.