Per Papa Francesco l’udienza di oggi pomeriggio nella Basilica Vaticana con 500 ragazzi della diocesi di Piacenza-Bobbio, in pellegrinaggio a Roma per l’Anno della Fede, non è stata uno dei soliti impegni dell’agenda pontificia da rispettare. Piuttosto è stata un’ora di svago e di allegria, perché lui lo ha detto chiaramente: “A me piace stare con i giovani”.
Gli piace – ha spiegato - perché i giovani hanno nel cuore “una promessa di speranza”, sono “artefici del futuro”, “ricercatori di bellezza” e “profeti di bontà” ed è bello stare con chi ha nelle mani la capacità di costruire un mondo migliore.
L’incontro è stato ‘combinato’ dal vescovo di Piacenza, mons. Gianni Ambrosio, che, accompagnando i giovani a Roma nei luoghi della fede, ha richiesto al Santo Padre di chiudere queste bella esperienza con un’udienza privata con i pellegrini. E il Papa, come sempre, non si è tirato indietro, ma anzi ha risposto: “Lo faccio con piacere”.
"Grazie per questa visita – ha detto infatti in apertura del suo discorso pronunciato a braccio -. Il vescovo ha detto che ho fatto un grande gesto a venire qui, ma io l’ho fatto con ‘egoismo’, sapete perché? Perché mi piace stare con voi”.
Ha poi aggiunto: “Quando a me dicono: Ma, Padre, che brutti tempi, questi … Guarda, non si può fare niente!. Come, non si può fare niente? E spiego che si può fare tanto!”. Quando però – ha proseguito – “un giovane mi dice: Che brutti tempi, questi, Padre, non si può fare niente!, lo mando dallo psichiatra, eh?”, perché “non si capisce un giovane, un ragazzo, una ragazza, che non vogliano fare una cosa grande, scommettere su ideali grandi per il futuro, no? Poi faranno quello che possono, ma la scommessa è per cose grandi e belle”.
Nel cuore di ogni giovane ci sono “tre voglie”, ha affermato infatti Papa Bergoglio. La voglia della bellezza: “A voi piace la bellezza, siete ricercatori di bellezza”. La voglia della bontà: “Siete profeti di bontà. A voi piace essere buoni e questa bontà è contagiosa, aiuta tutti gli altri…”. Infine, la voglia, anzi la “sete” di verità. Sbagliano quelli che credono di avere la verità, ha ammonito il Pontefice, “perché la verità non si ha, non la portiamo”, ma “si incontra”, è “un incontro con la verità che è Dio, ma bisogna cercarla”.
Papa Francesco ha quindi incitato i giovani a portare avanti queste tre voglie, in modo da costruire un “futuro con la bellezza, con la bontà e con la Verità”. Per il Vescovo di Roma questa è una vera e propria “sfida”, per questo le nuove generazioni devono essere sempre attive e positive, perché “se un giovane è pigro o è triste allora quella bellezza non sarà bellezza, quella bontà non sarà bontà e quella verità non sarà tale”.
“Scommettere su un grande ideale, e l’ideale di fare un mondo di bontà, bellezza e verità – è l’esortazione del Pontefice - questo, voi avete il potere di farlo”. Ha poi rivolto ai presenti lo stesso incoraggiamento dato ai giovani argentini partecipanti alla Gmg: “Coraggio. Andate avanti. Fate rumore, eh? Dove sono i giovani deve esserci rumore. Poi, si regolano le cose, ma l’illusione di un giovane è fare rumore sempre”.
“Andate avanti – ha insistito il Papa - e soprattutto sempre nella vita ci saranno persone che vi faranno proposte per frenare, per bloccare la vostra strada. Per favore, andate controcorrente. Siate coraggiosi, coraggiose. Vi dicono: Ma, prendi un po’ d’alcol, prendi un po’ di droga … No! Andate controcorrente a questa civilizzazione che ci sta facendo tanto male”.
“Capito, questo? – ha concluso Bergoglio - Andare controcorrente e questo significa fare rumore. Andare avanti, ma con i valori della bellezza, della bontà e della verità”.
In conclusione, il Papa ha augurato ai giovani pellegrini “tutto il bene, un bel lavoro, gioia nel cuore”; ha poi pregato insieme con loro la Madonna che “è la Madre della bellezza, la Madre della bontà e la Madre della Verità”, affinché “ci dia la grazia del coraggio per andare avanti e controcorrente”.