Mercoledì 28 agosto, nella Festa di Sant’Agostino, padre spirituale dell’Ordine, si apre a Roma il 184esimo Capitolo Generale dell’Ordine di Sant’Agostino.
Novanta Padri Capitolari, presieduti, come prevedono le Costituzioni dell’Ordine, dal Vicario Generale, Padre Michael Di Gregorio, lavoreranno all’Istituto Patristico Augustinianum in Capitolo Generale “riunito per ‘promuovere il bene di tutti i Religiosi’”. Esso “costituisce il principale evento della vita dell’Ordine. Deve infatti testimoniare e porre chiaramente in luce lo spirito agostiniano e l’unione degli animi e dei cuori. I Capitolari quindi, consapevoli della loro grave responsabilità, ricerchino il bene comune dell’Ordine” come recitano le Costituzioni al capitolo XXI.
Durante l’assise capitolare, il Preside del Capitolo dichiarerà concluso il mandato dell’attuale Priore Generale in carica che consegnerà al Preside il sigillo dell’Ordine come segno della cessazione dall’ufficio e si procederà alla nuova elezione.
Nelle sessioni plenarie si preparerà il programma dell’Ordine per i prossimi sei anni: “In queste sessioni i Capitolari si impegnino a cercare il bene comune e il progresso dell’Ordine, perché sia rinnovata la vita dei Religiosi e il nostro apostolato si adegui sempre più alle esigenze della Chiesa e ai mutamenti dei tempi” come previsto nel Capitolo XXI delle Costituzioni.
Padre Robert F. Prevost, attualmente in carica, è il 95esimo Priore Generale dell’Ordine di Sant’Agostino che ha nel Santo Dottore di Ippona il padre spirituale e nel Papa il fondatore.
Il 16 dicembre 1243 papa Innocenzo IV promulgò la bolla Incumbit nobis con la quale invitava le numerose comunità di eremiti della Tuscia a riunirsi per costituire un unico Ordine religioso con la regola e lo stile di vita di Sant’Agostino. Nel marzo del 1244, gli eremiti celebrarono un capitolo di fondazione a Roma, sotto la guida del cardinale Riccardo degli Annibaldi ed ebbe così inizio la storia dell’Ordine di Sant’Agostino.
Primo Priore Generale fu Padre Matteo.
Ulteriori sviluppi nella formazione dell’Ordine si ebbero il 9 aprile 1256 con la bolla di papa Alessandro IV. Il papa confermava l’unione degli Eremiti di Giovanni Bono (regola agostiniana, 1225), degli Eremiti della Tuscia, degli Eremiti di S. Guglielmo (regola benedettina), degli Eremiti di Brettino (regola agostiniana, 1228), degli Eremiti di Monte Favale (regola benedettina), e di altre congregazioni minori nell’unica professione e regolare osservanza dell’Ordine degli Eremitani di S. Agostino.
La Grande Unione avvenne presso il convento degli eremiti toscani di S. Maria del Popolo, sempre sotto la direzione del Cardinale degli Annibaldi, con delegati provenienti da tutti i romitori.
Padre Robert F. Prevost si accinge a concludere il secondo mandato alla guida dell’Ordine di Sant’Agostino. Nell’intervista che alleghiamo integralmente, Padre Prevost sottolinea alcuni punti importanti del prossimo Capitolo Generale e offre una descrizione sintetica della situazione odierna dell’Ordine di Sant’Agostino nel mondo, presente in una cinquantina di nazioni. L’Ordine è associato alle Nazioni Unite come Organizzazione Non Governativa e come tale lavora a stretto contatto con la Missione di Osservazione Permanente della Santa Sede e con altre organizzazioni non governative sia religiose che laiche.
Riportiamo qui alcuni passaggi dell’intervista di Padre Prevost.
Il Capitolo Generale
“Il Capitolo ha diversi compiti ma credo che sia importante sottolineare questa espressione di unità dell’Ordine, la presenza di rappresentanti dell’Ordine provenienti da tutto il mondo… Saranno presentate tutte le circoscrizioni dell’Ordine con forse un’enfasi maggiore su alcune missioni oggi viste con più urgenza e importanza, vi saranno proposte di studiare la possibilità di nuove missioni per l’Ordine, si rifletterà sulla possibilità dell’Ordine di rispondere alle necessità della Chiese nei diversi luoghi. Credo poi che il momento storico che la Chiesa sta vivendo debba entrare nello studio, nella riflessione e nelle preghiere dei Padri Capitolari. Celebriamo questo Capitolo oggi che tutta la Chiesa vive la novità di un nuovo Papa e del programma che Egli sta proponendo ricordandoci che la Chiesa non dovrebbe essere troppo chiusa in se stessa ma deve andare fuori, aprirsi, verso le periferie e verso gli altri. Credo che l’insistenza di Papa Francesco sull’importanza della missionarietà della Chiesa, la solidarietà con i più bisognosi, il cercare quanti ne sono fuori per farli entrare nella vita della Chiesa, sono elementi che dovranno far parte del nostro programma capitolare”.
La situazione odierna
“…In questi mesi stiamo aprendo nuove case in alcuni paesi dell’Africa. Prosegue il nostro impegno in Asia e nelle Filippine. Altre sfide importanti attendono l’Ordine in Europa, dove vanta una lunga tradizione oggi offuscata da un calo di vocazioni ma dove la necessità di annunciare la Parola è sempre grande e credo che il Capitolo vorrà dedicarvi uno spazio di lavoro. Altre realtà vive l’Ordine negli Usa dove negli ultimi anni abbiamo visto un aumento significativo delle vocazioni: si stanno aprendo nuove porte e si presentano nuove possibilità di servizio. L’America Latina è molto importante, anche per l’elezione del primo Papa latino-americano: nei paesi dove stiamo lavorando ci sono sfide grandi e possibilità grandi di rispondere ad esse per il numero di giovani frati che ci sono…”.
Un bilancio al termine del secondo mandato
“…Stiamo camminando, non possiamo restare fermi: questo concetto per me è importante, accompagnare l’Ordine, continuare il rinnovamento e allo stesso tempo camminare in avanti vedendo nuove possibilità. Un elemento che potrei sottolineare in questi anni è che siamo riusciti ad aumentare la promozione della collaborazione in tutto l’Ordine a livello internazionale. Sono stati creati organismi di collaborazione a livello continentale in tutti continenti… Ci conosciamo meglio e quindi lavoriamo meglio insieme. Tra le altre iniziative che voglio qui ricordare, le nuove missioni e l’appoggio a missioni che si trovano in difficoltà: l’Ordine ha potuto rinnovare e migliorare il suo impegno in luoghi come l’Algeria dove si vivono le tensioni fra Occidente e Medio Oriente. Non è facile vivere in situazione anche di violenza come in Nord Nigeria…”
L’ufficio di Priore Generale e la spiritualità agostiniana
“…Essere membro di un ordine religioso non significa essere separato, o al margine, dalla Chiesa universale: anzi è esserne al cuore. Questo è l’amore che Agostino ci insegna: amare Cristo è amare la Chiesa. Essere Agostiniano è essere parte della Chiesa. Uno degli elementi del pensiero di Agostino che mi piace molto è l’idea della necessità di continuare sempre a camminare, di non fermarsi nel cammino… Il Papa ha parlato dell’importanza del dialogo. Credo che il nostro Ordine, il nostro stile di vita, ha qualcosa che può contribuire alla vita della Chiesa e della società: il dialogo per promuovere la comunione, la volontà di ascoltare tutti. Ho menzionato prima l’accoglienza, cercare come invitare altri a far parte di questa esperienza, di questa realtà, di questa vita che è della Chiesa, conoscere Gesù Cristo, però non chiudendo le porte ma aprendole, promuovere il dialogo come strumento che aiuterà sempre a promuovere autentica pace e comunione nella Chiesa e nel mondo. Occorre essere chiari, bisogna insegnare sempre la verità, ma per arrivare a quello occorre promuovere questo spirito di fraternità e dialogo con tutti, camminando verso la meta…”
L’augurio per la Festa di Sant’Agostino 2013
“… Che la figura di Sant’Agostino sia ancora oggi per noi come Agostiniani l’ispirazione e il senso della nostra vita per aiutarci a camminare come discepoli di Cristo”.
Per i
nfo: http://augustinians.net
(Fonte: Curia Generalizia dell’Ordine di Sant’Agostino)