Più di 10.000 pellegrini provenienti da tutte le diocesi del Ruanda e dei Paesi vicini (Burundi, Repubblica Democratica del Congo e Uganda) e anche da Francia, Polonia e USA, si sono adunati giovedì 15 agosto, per la festa dell’Assunzione, nel Santuario di Nostra Signora dei Dolori a Kibeho, dove la Madonna apparve per la prima volta nel 1981.
Come riferito da un comunicato della Conferenza Episcopale del Ruanda, la solenne liturgia del giorno è stata presieduta da mons. Philippe Rukamba, vescovo di Butare, assistito da mons. Michel Santier, vescovo di Créteil (in Francia), da mons. Jean Damascene Bimenyimana, vescovo di Cyangugu, e da mons. Kizito Bahujimihigo, vescovo emerito di Kibungo. La Messa per la Solennità è stata celebrata invece da 80 sacerdoti, mentre la celebrazione della vigilia è stata presieduta dal Nunzio Apostolico in Ruanda, mons. Luciano Russo.
Nella sua omelia, mons. Rukamba si è soffermato sul “cammino della fede, della speranza e della carità” che la Vergine ha dovuto percorrere. Maria – ha detto – “ha accolto in una fede profonda la volontà di Dio di salvare l’umanità mediante il suo Figlio, che stava per nascere da lei”. La sua fede – ha proseguito – “le ha fatto scoprire che la sua vocazione comprendeva anche varie forme di dolore che ha dovuto sopportare per la salvezza degli uomini”. Per questo, Lei è anche “il conforto di chi è colpito dalla disgrazia e dall’avversità” e un aiuto per “vincere il peccato e le sue conseguenze”. Il presule ha anche invitato i giovani ad “accogliere con la fede i benefici che Dio ha fatto pervenire a loro attraverso le proprie famiglie”.
La Solennità dell’Assunzione è per tradizione la festa del pellegrinaggio a Kibeho. A neanche otto mesi dalla sua prima apparizione, avvenuta il 28 novembre 1981, la Madonna invitò, il 15 agosto 1982 le tre veggenti – Alphonsine Mumureke, Nathalie Mukamazimpaka e Marie-Claire Mukangango – a ritornare sul luogo.
In quell’occasione, le tre donne ebbero una visione che prefigurò il terribile genocidio del 1994, terminatosi con circa un milione di vittime, in prevalenza membri dell’etnia Tutsi. Le veggenti – una di loro, Marie-Claire Mukangango, morirà durante l’eccidio insieme al marito – hanno raccontato di aver visto “un fiume di sangue, persone che si uccidevano a vicenda, cadaveri abbandonati senza che nessuno si curasse di seppellirli, un abisso spalancato, un mostro spaventoso, teste mozzate”.
Lo stesso villaggio di Kibeho fu teatro di due massacri, in cui morirono più di 20.000 persone. Più di 10.000 Tutsi rifugiatisi nella parrocchia vi trovarono la morte nell’aprile 1994. Un secondo massacro, nell’aprile del 1995, provocò la morte di più di 8.000 Hutu sulla stessa piazza delle apparizioni.
Terminate nel novembre del 1989, il riconoscimento delle apparizioni da parte della Chiesa è avvenuto il 29 giugno 2001.
Due anni dopo, il 31 maggio del 2003, durante la Messa di consacrazione del Santuario, celebrata dall’allora Prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, il cardinale Crescenzio Sepe, si verificò il fenomeno della “danza del sole”, proprio come a Fatima, il 13 ottobre del 1917. Filmati e fotografie attestano l’evento, durato otto minuti.