Medici missionari in Messico

Diario di viaggio della missione medica del Regnum Christi

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Una distesa di verde, nella giungla di Quintana Roo. Tante persone semplici, discendenti dei Maya, con la gioia sempre nel cuore, animati da grande ospitalità, poco attenti alle formalità, ma molto vigili ai rapporti umani e alla gente che viene dall’estero. In questo contesto si inseriscono i medici italiani che visiteranno 300 pazienti al giorno, pazienti che altrimenti si trascurerebbero e non si curerebbero. A loro si sono unite due infermiere di Cancun, Ofelia e Jolanda, che aiuteranno i medici italiani nel districarsi in questa realtà così complessa, ma densa di emozioni.

Primo appuntamento a Tulum una città a 146 km chilometri da Cancun. L’8 agosto la missione medica del Regnum Christi ha fatto tappa a Tulum. Nella parrocchia della città, i medici italiani hanno visitato molti pazienti poveri tanto da non avere i soldi per curarsi. I cittadini di Tulum hanno mostrato di gradire molto la competenza e l’approccio gentile e rispettoso dei medici italiani. Tra i tanti molti si sono rivolti al medico dentista della missione il dr. Gabriele Pieralisi. ZENIT lo ha intervistato.

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Gabriele che tipo di pazienti hai visitato?

Dott. Pieralisi: Ho visitato giovanissimi e anziani. Tutti molto gentili. Ad alcuni ho fatto semplicemente un controllo sullo stato dei loro denti, ad altri ho dovuto asportare dei denti ridotti in pessimo stato. Tutti sono stati molto gentili. Hanno ringraziato me il mio assistente per il lavoro prestato. In effetti non ho solo curato il corpo nella fattispecie i denti, ma anche l’anima di queste persone liberandoli dal dolore che provavano. Mi ha colpito la loro grande tranquillità e la loro semplicità nel ricevere le cure e l’aiuto. Queste persone dispongono di poco in beni materiali, ma hanno tanto nel loro cuore e da loro noi europei possiamo imparare molto e diffondere un grande messaggio di pace nei cuori. Qui a Tulum il primo giorno di assistenza medica mi ha lasciato un segno profondo che porterò senz’altro con me nell’attività quotidiana di dentista Roma. Conserverò nella mia mente i volti di questa gente di Tulum.

Consiglierebbe quest’esperienza di missione medica in Messico?

Dott. Pieralisi: Sicuramente perchè rappresenta un esperienza formativa che può far curriculum ma che in particolare arricchisce notevolmente a livello umano. In questo contesto i medici hanno ricevuto la croce del missionario medico nella chiesa principale di Tulum . La cerimonia è stata particolarmente significativa poiché la croce del medico missionario implica l’accettazione della missione medica con un’ottica cristiana nel rispetto della dignità dell’essere umano e nella condivisione della professione con altri colleghi che presentano gli stessi ideali. Nel consegnare a tutti i medici la croce del medico missionario padre Sergio Cordova ha auspicato che l’accettazione di tale croce implichi l’accettazione del messaggio cristiano da trasmettere al prossimo.

Dal punto di vista medico il bilancio della giornata è stato senz’altro positivo. I dottori italiani hanno dedicato molte ore all’ascolto e alla cura della popolazione di Tulum che si è fatta visitare presso la parrocchia. La cura del corpo è di vitale importanza per avere una salute migliore e più sana. Le reazioni della popolazione sono state molto positive. Le persone hanno apprezzato la semplicità con cui i medici italiani hanno spiegato argomenti molto complessi come la prevenzione medica. Si tratta di concetti e di una pratica che è distante dalla loro cultura a causa anche della mancanza di strutture e personale medico. Molto c’è da fare e molto ci sarà da fare ma i medici italiani hanno lanciato un ponte verso il futuro che la popolazione di Tulum ha colto immediatamente. Tutti desiderano compiere un salto verso tempi migliori e un futuro più certo per i figli.

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Lorenzo Pisoni

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