La totale neutralità “davanti ai conflitti in atto sull’asse regionale e su quello internazionale”. E’ questa l’unica strada che il Libano può perseguire per sottrarsi alle tante insidie che minacciano la sua stabilità. Lo ha affermato il Consiglio dei Vescovi maroniti riunito a Dimane, presso la sede patriarcale estiva, mercoledì 7 agosto, per il consueto incontro mensile. Sotto la presidenza del Patriarca Bechara Boutros Rai, i presuli maroniti hanno lanciato un allarme per le sorti del Paese dei Cedri criticando duramente i due blocchi politici nazionali contrapposti: quello del “14 marzo” e quello dell’ “8 marzo”.
A parere dei vescovi – riferisce l’Agenzia Fides – i due partiti sono giudicati responsabili della paralisi istituzionale che sta facendo affondare il Paese in una crisi economica e sociale sempre più “esplosiva”. “I vescovi” si legge nel comunicato finale dei lavori pubblicato da Fides, “esprimono la loro inquietudine e quella del popolo libanese davanti alla paralisi politica che colpisce le istituzioni costituzionali a causa delle divisioni verticali estreme della classe politica, polarizzata in due fronti contrapposti, che provano ciascuno a monopolizzare il potere e a imporre il proprio punto di vista al campo avversario e all’insieme della società libanese”.
Le divisioni – prosegue la nota – radicano nel popolo l’impressione che la sua sorte sia sospesa alle logiche “degli interessi privati e della corruzione dilagante”. E’ dunque più urgente che mai la formazione “governo efficace e in grado di assicurare la stabilità sul piano economico, sociale e della sicurezza”, al fine di porre un freno a questo processo di degenerazione. Al contempo, è necessario il raggiungimento di un accordo su un sistema elettorale che permetta di riattivare la pratica democratica e il rinnovamento dell’elite politica. In tal direzione, c’è bisogno, secondo il Consiglio dei vescovi, di “una rappresentazione autentica di tutte le parti libanesi sulla base della parità prevista dalla Costituzione”.
Riguardo alla questione dei rifugiati siriani, i presuli maroniti hanno ribadito che la solidarietà con i profughi è “un dovere nazionale”, ma registrano anche la mancata organizzazione dell’accoglienza e l’impatto destabilizzante della loro permanenza prolungata sul fragile equilibrio sociale libanese. In ultimo, un indirizzo di omaggio e solidarietà da parte di tutto il Consiglio alle Forze armate regolari libanesi, colpite recentemente da attacchi nelle aree di confine con la Siria.