Uno dei film più belli dell’intera storia del cinema è certamente “L’invasione degli ultracorpi”, capolavoro di fantascienza degli anni '50. E’ ambientato in una cittadina americana, sconvolta dall’invasione di strane presenze extraterrestri. Dallo spazio, all’improvviso, arrivano migliaia di grossi baccelli, in grado di riprodurre perfettamente le sembianze degli esseri umani del luogo.
A poco a poco, cominciano a prendere il posto degli abitanti della città. Sembrano uguali a loro. Ma, in realtà, hanno una profonda differenza. Rimangono insensibili a qualunque tipo di sentimento. Amore, amicizia, compassione, carità... Tutto viene annullato dalla nuova personalità extraterrestre, che si sostituisce a quella reale.
Nel film i baccelloni spaziali puntano a sostituire l’intera umanità con dei freddi replicanti, privi di qualunque coinvolgimento emotivo. Ed è esattamente ciò che sta succedendo nel mondo di oggi. Nella società odierna sono in aumento le occasioni di disumanizzazione. Il corpo sta prendendo sempre di più il sopravvento sull’anima, generando una pericolosa non-cultura del vuoto e dell’apparenza.
Questa mentalità finisce, inevitabilmente, per influenzare anche il comportamento dei giovani. Il corpo, per alcuni di loro, diventa il centro di tutto. Come un qualsiasi prodotto, viene esposto facilmente “in vetrina” ed offerto agli sguardi delle persone. Pensiamo a quante ragazzine, appena adolescenti, indossano abiti indecenti o di cattivo gusto.
Il corpo di tanti giovani viene rapidamente risucchiato dal grande mercato delle emozioni “usa e getta”: sulla spiaggia, in discoteca, a scuola e nella vita quotidiana. Ma c’è anche un altro problema: quello della ricerca della perfezione assoluta.
Viviamo nell’era dell’immagine, in cui tutto dovrebbe essere “al top”. Le edicole sono piene di calendari con le fotografie (spesso ritoccate al computer) di modelle e attrici dalla bellezza irraggiungibile. La televisione, le copertine delle riviste e gli spot pubblicitari impongono gli stessi falsi miti. Per non parlare, poi, dell’uso esagerato della chirurgia estetica, che sembra poter cancellare qualunque difetto.
I ragazzi si guardano spesso allo specchio. E quelli che non riescono ad assomigliare a certi modelli di “corpo perfetto” tendono ad entrare in crisi. Si sentono inadeguati, incompleti, quasi inferiori.
Come cristiani, siamo chiamati a prendere in seria considerazione questo problema del dominio del corpo e ad affrontarlo con determinazione. Tra i brani del Vangelo che possono esserci utili per una riflessione su questo argomento, uno dei più significativi è quello di Gesù che scaccia i mercanti dal tempio.
Si tratta di un episodio sorprendente, che si differenzia dagli altri. Noi siamo abituati ad immaginare Cristo come una persona calma, accogliente, comprensiva nei confronti di qualunque peccatore. Eppure, in questo caso, ci troviamo di fronte ad un comportamento diverso.
Di fronte ai commercianti che avevano invaso il territorio sacro del tempio di Gerusalemme, Gesù non è disposto a fare compromessi. Li scaccia via senza esitazione, arrivando al punto di rovesciare i loro banchi. Che cosa può insegnarci questo episodio? E’ evidente che Gesù non tollera l’idea della mercificazione di ciò che è sacro. Di fronte a questa forma di profanazione, passa subito all’attacco. Sceglie di colpire in modo deciso chi trasforma il luogo di preghiera in un supermercato.
Proviamo, ora, ad utilizzare questa immagine come una metafora. Anche il nostro corpo può essere considerato un tempio. Ma non un tempio qualsiasi. E’ il più sacro di tutti i templi perché, in un certo senso, custodisce la nostra anima e rappresenta esternamente la nostra dignità di figli di Dio.
Nella società di oggi la sacralità del corpo viene sempre più spesso calpestata ed insultata. Pensiamo al cattivo esempio che viene offerto ai giovani attraverso la televisione. Si va dai sentimenti rubati e spiati attraverso le telecamere dei reality show ai baci omosessuali “in vetrina” di certe star della musica. Ogni scusa è buona per ridurre il corpo ad una dimensione di “prodotto”, utile per cercare di far salire gli indici d’ascolto.
Come combattere questa tendenza? La soluzione è semplice. E’ necessario insegnare ai giovani che per affermare la propria personalità non occorre inseguire ciecamente i falsi modelli esibizionisti di oggi. Noi non siamo soltanto corpi. Siamo anche anime. Perciò, aiutiamo i ragazzi a riscoprire la bellezza della natura umana e spirituale, anche attraverso la preghiera. cIn questo modo, impareranno a volare in alto. Molto più in alto.