CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 9 ottobre 2012 (ZENIT.org).- Riportiamo le parole pronunciate da monsignor Salvador Piñeiro García-Calderón, arcivescovo di Ayacucho e presidente della Conferenza Episcopale del Perù, durante la 2ª Congregazione Generale del Sinodo dei Vescovi. Il presule è anche Ordinario Militare per il Perù. 

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Durante il mio servizio sacerdotale, sono sempre stato parroco e ho scoperto che il luogo privilegiato per educare alla fede è la celebrazione della domenica, perché noi credenti ascoltiamo Gesù e celebriamo il trionfo della sua croce, per vivere il mandato dell’Amore. Ogni settimana impariamo parole e gesti del Maestro da vivere in famiglia, nel quartiere, sul luogo di lavoro e di studio.

La domenica, il giorno del Signore e della Chiesa, dobbiamo ringraziare, nel giorno eucaristico, il Padre buono e misericordioso che ci dà la vita ma soprattutto la fede in Cristo, la comunione con i fratelli, in particolare con i più bisognosi che ci attendono perché immersi nel dolore, nella povertà e nell’emarginazione.

Questo percorso settimanale viene inserito nel sistema pedagogico dell’Anno Liturgico che, ispirato al Vangelo di Giovanni (16, 28), ci fa rivolgere lo sguardo al Natale e alla Pasqua, preparandoli e celebrandoli nella gioia della salvezza.Un’accurata preparazione della liturgia e dei segni della celebrazione è la migliore catechesi per i fedeli; per questo, la proclamazione biblica e i canti devono condurci a una partecipazione consapevole, attiva e fruttuosa (Sacrosanctum Concilium [SC], 11) che ci riempia di spirito per la missione. L’altare è il culmine e la fonte del lavoro ecclesiale (SC 10).

Occorre intensificare, nell’azione pastorale delle nostre diocesi e parrocchie, i gruppi liturgici che riflettano, preparino e animino questo luogo privilegiato di evangelizzazione.

Se la teologia diventa pastorale nella liturgia, dobbiamo curare la formazione dei sacerdoti e dei catechisti affinché approfondiscano i contenuti e promuovano metodologie specifiche per bambini e giovani.

Accanto alle celebrazioni ufficiali, c’è la religiosità popolare, molto accentuata tra i nostri popoli latinoamericani, attraverso la quale molti fedeli esprimono la propria gioia e desiderano rendere omaggio a Gesù Cristo, alla Vergine Maria e ai santi.

Attraverso Evangelii Nuntiandi, il magistero del Servo di Dio Paolo VI ci rivela il valore della pietà popolare; perciò, dobbiamo accompagnare questa ricerca di Dio, insistendo sulla catechesi e sui corsi, affinché questi appuntamenti rappresentino per le comunità un impegno di trasformazione sociale che contribuisca al benessere dei più bisognosi.

Non possiamo dimenticare la preghiera semplice delle grandi masse che, nei santuari e durante le feste popolari, esprimono la propria devozione e purtroppo si sentono poco accolti e poco accompagnati.