di Daniele Trenca
ROMA, sabato, 20 ottobre 2012 (ZENIT.org).- “Esta es la juventud del Papa!” era il coro che risuonava nella Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid dello scorso anno. Una generazione di ragazzi e ragazze che non vivono “limitandosi” rispetto ai loro coetanei, anzi riescono a comprendere a pieno le varie sfaccettature della vita, proprio perché hanno sperimentato un incontro concreto con il Signore. Nella GMG del1989 a Buenos Aires furono quasi un milione i giovani presenti in Argentina. Una novità all’epoca vedere così tanti ragazzi per un evento che non fosse musicale o sportivo, ma bensì spirituale con il Papa Giovanni Paolo II. Un crescendo di giovani con gli anni ha preso parte alle Giornate Mondiali della Gioventù organizzate in giro per il mondo. Da Czestokowa nel1991 a Manila 1995, sino a quella di Roma nel 2000, dove in occasione del Grande Giubileo furono oltre 2 milioni i giovani che affollarono la spianata di Tor Vergata. Dopo la morte di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha proseguito questo cammino con i ragazzi e a Colonia 2005 Ratzinger si presentò a loro per la prima volta nella sua Germania (seppur l’evento era stato organizzato da Wojtyla).
Nel 2008 a Sidney, in Australia, complice la distanza dai vari continenti, le adesioni si fermarono a quota 500mila, tanto che qualcuno iniziò a pensare che il periodo della GMG fosse giunto al termine. Secondo loro Benedetto XVI non trasmetteva l’entusiasmo del suo predecessore. A Madrid lo scorso anno è stata però la consacrazione ufficiale che il mondo giovanile vuol bene al successore di Pietro. Oltre due milioni di giovani riunitisi all’aeroporto di “Quatro Vientos” hanno rinnovato la loro fedeltà al Santo Padre. I giovani dunque ci sono e non sono lontani dalla Chiesa. Un segno di speranza per la Spagna, prima che per l’Europa intera.
La maggior parte di questi ragazzi che partecipano alle Giornate Mondiali della Gioventù sono il frutto di famiglie cristiane, cellula fondamentale della società moderna, che sempre più spesso negli ultimi tempi è messa sotto scacco. La Chiesa ha una grande speranza nella famiglia attraverso “Una posterità che dia gloria a Dio”, come diceva San Girolamo nella Vulgata quando Tobia prende in moglie Sara. Una Nuova Evangelizzazione a cui già Giovanni Paolo II fece riferimento dicendo che era necessario tornare al primo modello apostolico, senza scoraggiarsi di portare il Vangelo a tutti. Ecco che i giovani non possono restare in silenzio, ma devono uscire per le strade e annunciare che la Buona Notizia esiste. Che la morte è stata vinta una volta per tutte, e così anche le sofferenze di ogni uomo.