di Giusi Loliva in Calò
ROMA, domenica, 21 ottobre 2012 (ZENIT.org).- Assieme all’appello della Società Italiana di Ecografia Ostetrica e Ginecologica (SIEOG), pubblichiamo la seguente lettera firmata dalla mamma di una bambina nata con la trisomia 21 (o sindrome di Down).
***
Vorrei trasmettere un messaggio di conforto e speranza a quanti leggeranno questa lettera. Profondamente colpita da quanto la cronaca continua a proporci, sono felice di rendervi partecipi della nostra esperienza di vita.
Mi chiamo Giusi e la nascita di Maria Ester, sicuramente come a quasi tutte le famiglie di bambini diversamente abili, ci ha cambiato la vita ... in meglio però. Dico questo perché, nonostante le numerose difficoltà che noi genitori affrontiamo giornalmente, ci accorgiamo che negli occhi di questa bambina c’è tanto amore che traspare da una luce particolare e una costante riconoscenza per averla accolta.
Sin dalla gravidanza sapevamo che Maria Ester sarebbe nata con la Sindrome di Down, dimostrato dagli specifici esami esclusa l’amniocentesi a cui non ho voluto sottopormi, in accordo con mio marito, per il timore seppur minimo di perderla.
Sicuramente abbiamo pregato ogni giorno il Signore e sperato che nostra figlia guarisse e nascesse sana, ma così poi non è stato.
Il momento del parto rimane per me un ricordo indimenticabile, non mi sentivo sola e un momento umanamente doloroso si era trasformato in un indegno invito ad una festa. Fui all’improvviso riempita dalla profonda convinzione che in qualunque modo le cose fossero andate, questa bambina sarebbe stato solo un esclusivo e meraviglioso dono del Signore.
A due giorni dal parto, solo grazie a questa gravidanza fortemente desiderata, mi è stato diagnosticato un meningioma al seno cavernoso, inoperabile.
Stando accanto a Maria Ester riflettiamo che nulla è scontato o dovuto, e le sue conquiste evolutive, seppur lente, sono per noi un grande dono che ci riempiono di gioia, ci fanno sempre più apprezzare la vita che … non ci appartiene.
Vi prego: non uccidete questi bambini, come gli altri hanno il diritto di vivere, danno moltissimo e in un modo incredibilmente speciale … basta ACCOGLIERLI E AMARLI.
Grazie mio Dio, Padre e Signore della vita … anche di quella straordinariamente diversa.