"Tutta la Chiesa annuncia tutto il Vangelo a tutto l'uomo, a ogni uomo!"

Relazione di monsignor Bruno Forte, relatore del Circolo Minore Italicus B

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CITTA’ DEL VATICANO, sabato, 20 ottobre 2012 (ZENIT.org) – Riportiamo la relazione di monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto (Abruzzo), relatore del Circolo Minore Italicus B al Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione.

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Il Circulus ha risposto a quattro domande, corrispondenti alle quattro parti della Relatio post disceptationem: che cos’è la nuova evangelizzazione? A chi si rivolge? Come si attua? Quali sono gli agenti e i protagonisti della nuova evangelizzazione?

In risposta alla prima domanda convinzione unanime dei partecipanti è che il Sinodo sia stato una vera grazia per la Chiesa e per il mondo. Esso ha mostrato come da più parti si avverte l’attesa – esplicita o celata – di un nuovo risuonare della buona novella, che nella luce del Dio vivente dia speranza, gioia e motivazione di impegno ai credenti, anche non praticanti, e si offra a chi non crede in Cristo come proposta di salvezza e vita nuova. Espressione autorevolissima della Chiesa raccolta intorno al Successore di Pietro, che la conferma nella fede, il Sinodo è stato una straordinaria occasione per condividere esperienze di pastori di tutto il mondo, per precisare le analisi della situazione presente e proporre vie affidabili per un’evangelizzazione che sia nuova a partire dal rinnovamento dei cuori nello Spirito Santo. 

Come elementi costitutivi della nuova evangelizzazione sono stati evidenziati: a) il riferimento alla Parola di Dio ascoltata, meditata, vissuta, e quindi proclamata, testimoniata e celebrata in obbedienza al mandato del Signore “Andate e annunciate il Vangelo a ogni creatura …”. La Chiesa non evangelizza se non si lascia continuamente evangelizzare nella forza del Paraclito. b) La dimensione contemplativa della nuova evangelizzazione, che si nutre continuamente della preghiera, specialmente liturgica, culmine e fonte della vita della Chiesa e del suo operare al servizio del Vangelo. In questa luce ben si comprende come la nuova evangelizzazione comporti la chiamata incessante alla conversione, con cui consegnarsi totalmente a Dio e lasciarsi trasformare dalla Sua grazia. Ciò avviene in modo particolarmente fecondo nella celebrazione del sacramento della riconciliazione, a cui la nuova evangelizzazione deve prestare speciale attenzione. c) La comunione ecclesiale vissuta in obbedienza ai Pastori con consapevolezza, responsabilità e fedeltà, condizione necessaria di ogni efficace azione evangelizzatrice: l’evangelizzazione non è opera di navigatori solitari, ma della comunità cristiana nel suo insieme e di ciascuno secondo il carisma ricevuto da Dio e il ministero cui è chiamato. Tutta la Chiesa annuncia tutto il Vangelo a tutto l’uomo, a ogni uomo! 

L’annuncio del Vangelo nei diversi contesti – segnati tutti dai processi della globalizzazione – incontra non poche difficoltà: a volte esse si manifestano in una vera e propria persecuzione religiosa; altre volte in una diffusa indifferenza, che rende gli uomini incapaci di affidarsi a un progetto comune. I Padri ribadiscono in proposito che il Vangelo è sì una visione totale della vita e del mondo, ma non ha nulla di violento, è anzi la buona novella dell’amore e della pace, che porta a compimento le attese più vere del cuore umano. Perché il Vangelo sia annunciato in maniera incisiva è comunque necessario rivolgersi all’interlocutore con simpatia e amicizia. Chi evangelizza deve mostrare in maniera convincente che Dio ha tanto amato il mondo da dare il Suo Figlio per noi. Nella luce di questo primato dell’amore, si comprende quanto sia importante l’annuncio del Vangelo ai poveri, primi destinatari della missione del Figlio di Dio fra noi (cf. Lc 4,16-19 e Deus caritas est 15). Va poi prestata attenzione ai contesti culturali nell’opera della nuova evangelizzazione, in specie al rapporto fra famiglia, legame sociale e tradizione cattolica. La fede si trasmette nel vivo dell’ appartenenza a questo legame, spesso eroso dai processi migratori in atto. La nuova evangelizzazione richiede anche particolare attenzione all’inculturazione della fede, che intende trasmettere il Vangelo nella sua capacità di valorizzare il positivo di tutte le culture, contemporaneamente purificandole dagli elementi che in esse fossero contrari alla piena realizzazione della persona.

Circa le forme in cui attuare la nuova evangelizzazione, i Padri sottolineano la santità come modello e meta di ogni sforzo evangelizzatore, sia per chi evangelizza, che come proposta di vita piena e buona secondo Dio rivolta a tutti. Particolare attenzione va data all’educazione delle giovani generazioni, alla cura dell’iniziazione cristiana, all’uso dei mezzi di comunicazione sociale, al dialogo fra scienza e fede, alla cosiddetta via della bellezza, alla dimensione ecumenica. Riguardo ai protagonisti della nuova evangelizzazione, i Padri sottolineano come ogni battezzato sia per vocazione e missione protagonista della nuova evangelizzazione. Ciò avviene particolarmente nella realtà della la parrocchia, attraverso l’importante azione educativa dell’Azione Cattolica, e i carismi suscitati dallo Spirito Santo nelle nuove aggregazioni ecclesiali. Protagonisti peculiari della nuova evangelizzazione sono i Vescovi, nella comunione con il Successore di Pietro e sotto di Lui, i presbiteri e i diaconi. I cristiani laici hanno un compito decisivo nel testimoniare la loro fede nel complesso rapporto con le realtà secolari in cui operano. In particolare, la famiglia nel suo insieme è protagonista decisiva della trasmissione della fede: in questo ambito va riconosciuto il ruolo importante che le donne hanno avuto e hanno nella trasmissione della fede cristiana. Tanti sono poi i catechisti, che – sostenuti dal mandato del Vescovo – operano al servizio dell’iniziazione cristiana dei ragazzi e dei giovani e nella preparazione ai sacramenti del matrimonio e del battesimo dei bambini. La vita consacrata, tanto maschile che femminile, ha offerto un contributo molto importante all’opera evangelizzatrice della Chiesa lungo la storia: ai consacrati si chiede di vivere con fedeltà la loro vocazione, con piena disponibilità a recarsi nelle frontiere geografiche, culturali e sociali della nuova evangelizzazione. Infine, l’impegno per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato appare inscindibilmente legato all’annuncio della buona novella e la dottrina sociale della Chiesa, fino alla sua più recente espressione nell’Enciclica Caritas in veritate, appare strumento prezioso per coniugare giustizia e sviluppo, rispetto della dignità dei lavoratori e rapporti fra i popoli, fondati sulla reciproca accoglienza nella ricerca del bene comune.

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ZENIT Staff

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