BOLOGNA, sabato, 20 ottobre 2012 (ZENIT.org).- Domenica 21 ottobre 2012 nell’ambito delle iniziative proposte dal SAIE di Bologna nel padiglione 25 dedicato alla SISMICA, Dies Domini – Centro Studi per l’architettura sacra e la città della Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro organizza il seminario L’architettura delle chiese provvisorie con l’obiettivo di approfondire motivazioni, modalità e tecniche nella costruzione degli edifici di culto temporanei, necessari in situazioni di emergenza come gli eventi sismici.
PROGRAMMA SEMINARIO
Claudia Manenti – Il valore identitario dell’edificio sacro e il progetto delle chiese provvisorie.
Luca Venturi – La costruzione delle chiese provvisorie: materiali e tecnologie.
Don Adriano Pinardi – L’importanza del luogo sacro come riferimento per la comunità.
PROFILI RELATORI
Claudia Manenti – Architetto, direttore Dies Domini-Centro Studi per l’architettura sacra e la città della Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro, docente a contratto presso la Facoltà di Architettura di Cesena, Coordinatrice generale per la realizzazione dei progetti di chiese provvisorie per l’Emilia.
Luca Venturi – Ingegnere, docente a contratto di “Architettura Tecnica” presso la Facoltà di Ingegneria di Bologna, Coordinatore tecnico per la realizzazione dei progetti di chiese provvisorie per l’Emilia.
Don Adriano Pinardi – Parroco di Crevalcore (BO).
All’interno del padiglione 25 rimarrà aperta per tutta la durata del SAIE, dal 18 al 21 ottobre, la mostra dei progetti redatti nell’ambito del Laboratorio di progettazione per le chiese provvisorie, organizzato sempre dal Centro Studi per l’architettura sacra e la città, che si è tenuto 5 al 26 luglio.
L’esperienza di progettazione degli edifici ecclesiali provvisori è nata dalla constatazione di come subito dopo il sisma che ha interessato l’Emilia, si sia rilevata la necessità delle popolazioni locali di trovare in tempi rapidi dei luoghi di riferimento e di incontro per l’azione liturgica delle comunità cristiane.
Le chiese, duramente colpite dal terremoto, hanno, infatti, dimostrato pubblicamente la loro valenza identitaria nel momento in cui sono venute a mancare e la perdita di questi edifici ha lasciato negli abitanti un senso di vuoto e di assenza di spazi di significato. L’edificio sacro, infatti, è da sempre e in tutte le culture, riconosciuto come il luogo di massima espressione costruttiva di un popolo e lo spazio che manifesta in forme materiche la tensione personale e comunitaria verso una Trascendenza capace di illuminare con la sua presenza la quotidianità del vivere umano.
Il Centro Studi per l’architettura sacra e la città, quindi, a un mese dal sisma, ha proposto agli architetti e ingegneri che si interessano di architettura sacra di partecipare a un laboratorio mediante il quale proporre alle diocesi interessate (Bologna, Carpi, Modena, Reggio Emilia, Mantova e Rovigo) alcuni progetti di chiese provvisorie capaci di unire a una buona qualità architettonica, anche una rapidità di esecuzione, una economicità di costi e un’attenzione alla liturgia quale fonte e vita della Chiesa.
Il Laboratorio di progettazione per le chiese provvisorie, a cui hanno partecipato 30 professionisti, ha avuto come risultato la redazione di 8 progetti di diverse dimensioni, formalmente non troppo connotati come edifici chiesastici e capaci di accogliere altri usi nel momento in cui le chiese storiche saranno rese nuovamente agibili.
L’idea del Laboratorio, oltre alla volontà di risolvere una esigenza reale e immediata, è stata quella di proporre una modalità di approccio all’emergenza che non trascuri una necessaria qualità del costruire sotto i vari aspetti: architettonico, tecnologico, economico e liturgico.
La novità e l’importanza della proposta dei progetti del Laboratorio è stata colta in particolare dalla Diocesi di Bologna per la quale sono in corso di realizzazione sei chiese provvisorie, mentre una è in progetto a Vallalta di Concordia, come dono della diocesi di Cesena.
* C.S.G. – UFFICIO STAMPA – Via Altabella, 8
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