TORINO, giovedì, 18 ottobre 2012 (ZENIT.org) – Inizia venerdì 19 ottobre la rassegna teatrale sul sacro “Mi illumini d’immenso”, patrocinata dalla Diocesi di Torino attraverso l’Ufficio Catechistico. L’intento è quello di portare sul palco il Vangelo, gustando, alla luce dei riflettori, storie di salvezza e quei valori per i quali vale la pena spendere la vita.
Viene proposta dal Teatro Cardinal Massaia (via Sospello, 32, Torino) come cammino di fede all’insegna del “Bello che fa bene!”. Una catechesi in arte per evangelizzare con gioia, perché anche il cristianesimo possa dirsi con qualità, in un linguaggio simbolico e attuale.
Uno spettacolo al mese, per tenere viva la fiamma della fede, per pensare e riflettere sulle cose che davvero contano, per dire il Dio di sempre con uno stile e una forma rinnovati.
E poiché l’esperienza del bello nasce dallo sguardo, l’invito è a venire e vedere quanto è buono il Signore che nei “suoi artisti” si lascia incontrare nel racconto dell’uomo.
Il primo spettacoloin cartellone, venerdì 19 ottobre alle ore 21.00, è Francesco di Terra e di vento, della compagnia Teatro Minimo. San Francesco raccontato da tre attori che si fanno qualche volta narratori, spesso personaggi, reali o inventati, portando sul palco la paterna disperazione di Pietro di Bernardone, i dialoghi d’amore tra Chiara e Francesco, il processo d’ispirazione del Cantico delle Creature.
Teatro Minimo propone un Francesco forse un po’ distante dall’iconografia tradizionale, frutto di una difficile e appassionante ricerca che porta la Compagnia ad immaginare l’uomo, con se stesso, tra gli uomini e di fronte a Dio, alla scoperta della sua infinita serenità.
«Credo fortemente nel potere dell’Arte, quale via privilegiata per arrivare a Dio e per comunicare la sua bellezza – spiega fra’ Marco Costa, cappuccino, direttore artistico della rassegna – le prime esperienze di pastorale, soprattutto tra i giovani ma non solo, me lo confermano. Saper raccontate l’uomo e la vita con le sue note acute e quelle di tono minore è quello che gli artisti riescono a fare, talvolta sapientemente, aiutandoci a ritrovare un po’ di noi stessi nella memoria del Dio della Vita».
La rassegna è pensata anche in funzione dell’Anno della Fede, proclamato da Benedetto XVI per tutta la Chiesa, e delSinodo dei Giovaniche coinvolgerà laDiocesi di Torino.
Il Teatro Cardinal Massaia lancia, con questa rassegna, un invito a pensare e ripensare i modi per dire e vivere la fede da protagonisti, chiedendo aiuto alla creatività dello Spirito. Il teatro, di proprietà dei frati Cappuccini di Torino e gestito dalla Cooperativa 3atro, si è rinnovato profondamente negli ultimi anni, grazie a importanti lavori di ristrutturazione e riqualificazione della struttura.
«Desideriamo valorizzare “pastoralmente” questo spazio teatrale – afferma Federica Carratù, della Cooperativa 3atro – un luogo che crediamo abbia enormi potenzialità per il quartiere, in particolare la fascia giovane, e per la stessa città di Torino. Ci piacerebbe usarlo come uno strumento per far passare, in un luogo più “neutro” del Campanile ma che pure vive alla sua ombra, il messaggio che la fede è “il caso serio” per ogni uomo, e questo soprattutto nell’anno pastorale ad essa dedicato: tutti crediamo in qualcuno o qualcosa, ne abbiamo bisogno quanto il pane! Ne va di noi… Perché non trasmettere la fede anche attraverso delle rappresentazioni teatrali mirate e studiate ad hoc?».
«Questa idea – continua fra’ Marco Costa – peraltro già collaudata in circuiti quali “il Teatro del Sacro” credo potrebbe vedere nel Teatro Cardinal Massaia un “luogo cruciale” per la nostra Diocesi, capace di puntare a quella qualità di cui il mondo cristiano necessita, uscendo dal pregiudizio del “teatrino di parrocchia” e etichette affini che, spesso anche a ragione, ci hanno relegato in un ambito fuori dai circuiti professionali capaci di riscuotere interesse».
Per questo, la speranza è di concludere presto i lavori nel Teatro Cardinal Massaia: «Cerchiamo i finanziamenti – spiegano i membri della Cooperativa 3atro – per poter spingere al massimo questo centro culturale con delle sale prova per la musica o la danza o la stessa recitazione, capaci di ospitare magari proprio i ragazzi del quartiere in un percorso di formazione attraverso il potere dell’arte, scuole e laboratori vari… un saloncino polivalente per conferenze e convention, e il progetto del ristorante dove poter far lavorare cooperative che magari recuperano e reintegrano le persone che hanno avuto delle difficoltà… attualmente tutto è fermo e incompleto, fatta eccezione della Sala, a causa della mancanza di fondi».
Gli altri appuntamenti della rassegna:
Venerdì 9 novembre: Teatro dell’Orsa presenta “Il Vangelo visto da un cieco”: durante la Pasqua a Gerusalemme si incontrano nell’anticamera del Sinedrio, in attesa di partecipare al processo a Gesù, il cieco nato Bartimeo, la Samaritana dai cinque mariti e la moglie di Zaccheo.
Venerdì 21 dicembre: Fincomics presenta Vocazione di Giuseppe, il sognatore: Giuseppe è incredulo di avere in casa Gesù e Maria: Tra tutti gli uomini, proprio lui a fare da padre a Dio? È’ come un sogno…
Venerdì 25 gennaio: Teatro minimo presenta “Oltre la cenere”: un bambino che diventa uomo, frate e cavaliere per realizzare una scelta innocente e coraggiosa… Padre Massimiliano Kolbe, che realizzerà il suo martirio ad Auschwitz.
Venerdì 22 febbraio: Compagnia di Diana presenta “Guai a voi ricchi”: Giovanni Scifoni (La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana) in un excursus semiserio fra cattocomunismi, messe-beat, preti operai, Romero e don Milani.
Venerdì 22 marzo: Moni Ovadia presenta “Il registro dei peccati”: il grande attore, con chiarezza, ironia e spiritualità, accosta Khassidismo e Theillard de Chardin.
Venerdì 19 aprile: Lucilla Giagnoni presenta “Apocalisse”: una riflessione sull’ultimo libro della Bibbia. Un cammino di “svelamento e rivelamento”, analogo al cammino della Coscienza.
Venerdì 17 maggio: Teatro Minimo presenta “In nome della madre”: Miriàm, sposa di Ioseph e futura madre di Iashu, racconta la storia della sua maternità… non molto diversa dalle altre, se non nelle “premesse”.
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