ROMA, giovedì, 18 ottobre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Celebriamo oggi san Luca, l’evangelista che non appartiene al gruppo dei Dodici e che non ha conosciuto direttamente Gesù. Ci consegna, oltre al Vangelo, il libro degli Atti degli Apostoli, da cui attingiamo la sua vivacità nel collaborare con san Paolo e conosciamo la realtà delle comunità cristiane nascenti. Nel suo Vangelo troviamo pagine che gli altri sinottici non riportano e che arricchiscono di delicatezza la figura di Gesù. Oggi raccogliamo il ritratto che Gesù tratteggia del missionario, di chi annuncia il regno, del credente, che non può trattenersi dal raccontare con la vita l’amore ricevuto.

Meditazione

Un’idea chiarissima attraversa queste parole di Gesù: per annunciare il Vangelo non serve fare chissà che cosa! Crediamo di dover acquistare determinate competenze e qualità, pensiamo di non poter essere all’altezza del compito… Gesù ci disarma da tutte queste nostre supposizioni. Egli ci chiede solo di annunciare la pace. Nessuno è chiamato a testimoniare altro, se non quella pace che è dono di Dio! Questo non passa attraverso belle conversazioni, ma “per contagio”. Gesù non chiede di tenere discorsi, non lascia contenuti teologici da spiegare alla gente, ma consegna a questi discepoli uno stile di vita, un atteggiamento da custodire. Si va come agnelli in mezzo a lupi, senza servirsi di nulla (né borsa, né sandali), mangiando con la gente, avendo cura degli ultimi, rispettando l’altro che rifiuta l’incontro, e consegnando alle case la semplice parola “pace”. La missione, dunque, sta tutta nella vita. Non è uno sforzo titanico, Gesù non lo chiede! Chiede però questo stile semplice che è alla portata di tutti, perché lo stesso Vangelo è alla portata di tutti, e annunciarlo è, pure, alla portata di tutti. Si deve solo… “essere”. Se crediamo e gustiamo il nostro essere figli di Dio, colmi del Suo amore gratuito che ci è stato riversato, allora la nostra vita è una testimonianza quotidiana di pienezza e di pace. Di fronte alle nostre incapacità ci è chiesto di avere il coraggio di essere cristiani, popolo di poveri amati, cui è stata consegnata quell’abbondanza di amore che a nostra volta riversiamo ai fratelli. A questo compito nessuno si può sottrarre con facili scuse. Vivere seriamente il proprio Battesimo è la fondamentale missione che l’umanità si aspetta dall’uomo credente. Allora la nostra fede sarà viva e contagiosa. Dobbiamo crederlo un po’ di più e fidarci dell’agire di Dio, che ci ha affidato la missione di annunciare il suo Vangelo.

Preghiera

“Scuotici, Signore, infiammaci e rapiscici, sii fuoco e dolcezza: impareremo a correre nell’amore. Non sono forse molti a tornare a te da un abisso di cecità?” (Sant’Agostino, Confessioni, VIII, 4).

Agire

Oggi, al lavoro, a scuola, a casa, mi impegno a “contagiare” l’ambiente della pace che so di portare in me.

Meditazione del giorno a cura delle Monache Agostiniane della Comunità Santi Quattro Coronati a Romatratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it