CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 17 ottobre 2012 (ZENIT.org) – In apertura della tredicesima Congregazione del Sinodo dei Vescovi (16 ottobre 2012), il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, S.E.R. Mons. Nikola Eterovic, ha dato lettura di un messaggio di S.E.R. Mons. Lucas Ly Jingfeng, Vescovo di Fengxiang (Cina), novantenne, liberato nel 1979 dopo vent’anni di carcere durante la rivoluzione culturale cinese.
Ly Jingfeng è nato nel 1922. Ordinato sacerdote nel 1947, è stato consacrato vescovo nel 1980, legittimo e riconosciuto dal Governo il 30 agosto 2004. La Diocesi di Fengxiang, Shaanxi, si trova al centro della Provincia dello Shaanxi. Attualmente la Circoscrizione conta ventimila cattolici.
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Reverendissimi ed Eccellentissimi Padri della XIII Assemblea del Sinodo,
Mi congratulo con voi, che potete partecipare al Sinodo e rendere omaggio al Sepolcro di San Pietro. Mi duole moltissimo che non possiate udire alcuna voce della Chiesa Cinese. Desiderando condividere almeno qualche parola con voi, e soprattutto con il nostro Papa Benedetto XVI, vi invio oggi questo breve messaggio.
Voglio dire che la nostra Chiesa in Cina, in particolare i laici, ha sempre custodito finora la pietà, la fedeltà, la sincerità e la devozione dei primi cristiani, pur avendo sopportato cinquanta anni di persecuzioni. Desidero aggiungere che prego intensamente e costantemente Dio Onnipotente affinché la nostra pietà, la nostra fedeltà, la nostra sincerità e la nostra devozione possano risanare la tiepidezza, l’infedeltà e la secolarizzazione che sono sorte all’estero da una apertura e una libertà senza freni.
Nell’Anno della Fede, nelle vostre discussioni sinodali potete indagare perché la nostra fede in Cina si è potuta conservare indefettibile fino a oggi. È come ha detto il grande filosofo cinese LaoTse. “Come la calamità genera la prosperità, così nella mollezza si nasconde la calamità”. Nelle Chiese fuori dalla Cina, la tiepidezza, l’infedeltà e la secolarizzazione dei fedeli si sono contagiate a molti chierici. Invece, nella Chiesa Cinese i laici sono più pii dei chierici. Non possono forse la pietà, la fedeltà, la sincerità e la devozione dei laici cristiani cinesi scuotere i chierici esterni?
Mi ha molto commosso il lamento di Papa Benedetto XVI: “Come sappiamo, in vaste zone della terra la fede corre il pericolo di spegnersi come una fiamma che non trova più alimento. Siamo davanti ad una profonda crisi di fede, ad una perdita del senso religioso che costituisce la più grande sfida per la Chiesa di oggi. Il rinnovamento della fede deve quindi essere la priorità nell’impegno della Chiesa intera ai nostri giorni” (Discorso del Santo Padre Benedetto XVI ai partecipanti alla plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede, 27 gennaio 2012). Credo comunque che la nostra fede di cristiani cinesi possa consolare il Papa. Non menzionerò la politica, che è sempre transeunte.