del Card. Kazimierz Nycz
CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 17 ottobre 2012 (ZENIT.org) – Riportiamo di seguito l’intervento di S. Em. R. Card. Kazimierz Nycz, Arcivescovo di Varsavia e Ordinario per i fedeli di rito orientale sprovvisti di Ordinario del proprio rito, alla tredicesima Congregazione Generale del Sinodo dei Vescovi (16 ottobre 2012).
***
La prima settimana di discussioni sinodali, ha dimostrato quanto sia importante ed urgente il tema della Nuova Evangelizzazione. In quest’ambito, gli interventi hanno mostrano i problemi comuni alla Chiesa nelle diverse parti del mondo. Senza dubbio, problemi comuni nel mondo globalizzato rimangono il secolarismo, il relativismo, il soggettivismo, come pure la privatizzazione della religione.
Oltre a ciò che è comune, si può però parlare di una geografia della Nuova Evangelizzazione. Quello infatti che differenzia le varie regioni del mondo, sono i destinatari della Nuova Evangelizzazione. Nei paesi europei abbiamo a che fare con persone battezzate che poi, per diversi motivi, hanno abbandonato Cristo e la Chiesa. In Polonia, dove nella grande maggioranza dei casi, si viene battezzati da bambini, il motivo dell’abbandono di Cristo e della Chiesa sta nel fatto che la decisione dei genitori di battezzare il proprio bambino non è motivata da una fede ardente. Manca cioè, proprio da parte dei genitori e delle persone care, quel minimo atteggiamento di fede. Nasce quindi la domanda, in questi casi, sull’opportunità di tale battesimo.
La Chiesa in Polonia si trova, dunque, ad affrontare il problema dell’iniziazione alla fede, alla preghiera, ai sacramenti, alla comunità. Siamo consapevoli che il luogo primario di iniziazione deve rimanere la famiglia, nonostante tutte le difficoltà e le debolezze che vive nel mondo di oggi. È naturale che in questo contesto, essa necessita dell’aiuto della parrocchia, dei movimenti e delle comunità che operano nella parrocchia stessa. La parrocchia dovrebbe essere il luogo privilegiato della Nuova Evangelizzazione.
Vorrei ora fermarmi un momento sulla catechesi nella parrocchia e nella scuola. In Polonia questo è un’importante strumento di Nuova Evangelizzazione. A differenza di molti paesi europei, come ha ricordato il Cardinale Erdö, nelle scuole in Polonia non solo portiamo avanti l’insegnamento della religione, ma proviamo inoltre ad introdurre la catechesi.
Nella maggior parte delle regioni polacche, all’ora di religione partecipa il novanta per cento degli alunni. La sproporzione tra i partecipanti all’ora di religione ed i partecipanti alla vita sacramentale della Chiesa è, per la Nuova Evangelizzazione in Polonia, una grande sfida, e per la catechesi nella scuola una grande opportunità e responsabilità. Questo vale sia per i giovani che per i loro genitori. La catechesi nella scuola rimane comunque uno strumento non del tutto utilizzato di evangelizzazione e di incontro con coloro che, nonostante il battesimo, hanno abbandonato Cristo e la Chiesa.
Cosa bisogna fare per non sprecare questa opportunità? Sembra sia necessario un nuovo approccio alla formazione dei catechisti e degli animatori dei gruppi parrocchiali. Non basta prepararli alla pastorale e alla catechesi. È necessaria una formazione all’evangelizzazione. In Polonia, nel quadro della Nuova Evangelizzazione e della preparazione all’Anno della Fede, nelle diocesi e nelle accademie ecclesiali e cattoliche, sono sorte numerose scuole di Nuova Evangelizzazione. Questa sembra essere una speranza per la Nuova Evangelizzazione.